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La scarsa popolarità di Schlein sui social rende ancora più drammatico lo strapotere culturale del Pd

by Stelio Fergola
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Schlein Toninelli

Roma, 12 sett – Elly Schlein non sfonda neanche sui social newtork. Il segretario del Pd gode di relativamente poca popolarità e i suoi riscontri in termini di interazioni sono piuttosto bassi, considerata la logica fama mediatica che il suo ruolo genera in modo praticamente automatico.

Schlein sui social è battuta perfino da Toninelli

Schlein battuta perfino da Danilo Toninelli, sì. L’ex-deputato grillino, oggi fuori dal Parlamento ottiene infatti riscontri migliori del segretario in carica del Partito democratico. La cara Elly è lenta nella crescita, nonostante la nomina a leader dei dem italiani. Attualmente, conta circa 280mila follower. Vanno meglio di lei anche l’eurodeputata leghista Silvana Sardone, ma anche un altro ex-grillino come Alessandro Di Battista riesce ad essere decisamente più popolare. La lista dei politici “in pensione” si allunga se si pensa ai maggiori riscontri anche dell’ex sindaco di Napoli Luigi De Magistris. Una bella mazzata, contando che quest’ultimo alle elezioni politiche del 2022 aveva raccolto appena l’1,4% con la lista “Unione popolare”.

Il confronto impietoso con gli altri leader

Se andiamo sugli altri leader di partito e di coalizione, poi, non c’è partita: Matteo Salvini conta attualmente 5 milioni e 46mila fidelizzati, Giuseppe Conte 4 milioni e 508mila, mentre il premier Giorgia Meloni è a quota 2 milioni e 841mila. Elly Schlein non sfonda e il suo “effetto” tarda a manifestarsi. Va riconosciuto che la tradizione dei segretari piddini poco popolari comincia da prima, se si pensa che il predecessore Enrico Letta, su Facebook, supera oggi – a stento – 150mila seguaci.

Ma non è una buona notizia

Probabilmente l’elitarismo piddino ha qualche riflesso in un mondo – questo sì – piuttosto confuso come quello del seguito virtuale. Con ovvie ripercussioni sulla popolarità media. Un fattore che dimostra, per l’ennesima volta, lo strapotere culturale del Pd. Insomma, a ben pensarci non è per niente una buona notizia. Milionate da un lato, qualche centinaio di migliaia dall’altro. Eppure il Pd, nonostante il calo numerico dei voti avvenuto nel corso degli ultimi decenni, è sempre lì, su quel 20% che non si schioda, non si smuove, che scende massimo al 16% se va malissimo. Con l’impero mediatico al seguito, costituito da praticamente tutte le reti maggiori e il 95% della stampa a rilanciare qualsiasi cosa provenga dalle istanze nazareniche. Schlein per ora fallisce, ma il Pd non perisce: ed è incredibile.

Stelio Fergola

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