Quello che è certo è che Di Maio non è nuovo a questo tipo di atteggiamento, visto che in passato aveva già dato buca all’ultimo secondo: capitò con Politics di Gianluca Semprini e con Servizio Pubblico di Michele Santoro. Del resto fino adesso il Movimento 5 Stelle ha sempre funzionato in “negativo”, mantenendosi a debita distanza dalla “politica”, in tutti i sensi, sia per marcare una distanza con la vecchia classe politica, ma anche per evitare di parlare di contenuti, che in un movimento di protesta puro o si riassumono in “tutti a casa” e “honestà”, o quando va meglio sono contraddittori e/o variabili a seconda dei giorni e dell’aria che tira in termini di consenso.
Renzi non ha preso bene il forfait di Di Maio, che dopo le batoste elettorali in Sicilia e ad Ostia ha urgente bisogno di occasioni per rilanciarsi: “Oggi Di Maio scappa. Mi spiace pensare che gli italiani rischino di essere guidati da un leader che è senza coraggio. Che ha paura di confrontarsi. Che inventa scuse ridicole. Se un leader che vuole governare l’Italia ha paura di uno studio televisivo, semplicemente non è un leader. Io ci sarò lo stesso e risponderò su tutto, dalla Sicilia alle tasse, dai vaccini alle banche, dall’economia alla politica estera. Se Di Maio ha un sussulto di dignità lo aspettiamo in studio”.
Anche Enrico Mentana, durante l’edizione di oggi del Tg di La7 critica la rinuncia di Di Maio. “Scelta infelice. Non si fa così, qualsiasi atto di questo tipo può essere letto o come eccesso di presunzione o eccesso di paura”. Nella bagarre prova allora a inserirsi il centrodestra, forte dei buoni risultati elettorali di ieri, con Giorgia Meloni che, proprio in collegamento con Mentana, dice: “Visto che Di Maio dice che vuole confrontarsi con chi vince, può fare un faccia a faccia con me”.
Davide Romano
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