Roma, 19 mar – Nel trailer l’uomo bianco veniva definito “l’animale più pericoloso al mondo” e The American Society of Magical Negroes si rivela un clamoroso insuccesso al botteghino.
Il caso di The American Society of Magical Negroes
Non è il “deinoteron” greco che viene usato per descrivere l’uomo nel coro dell‘Antigone e che deriva da “deinos” il quale significa sì “terribile” ma è vox media, quindi è anche “straordinario”, “mirabile”. Versi di Sofocle che Franco Ferrari traduce così: “Molti sono i prodigi / e nulla è più prodigioso / dell’uomo”. È proprio “più pericoloso”, “most dangerous”. Nessuna ambiguità. Così nel trailer di The American Society of Magical Negroes, prima prova da regista dell’attore e comico afroamericano Kobi Libii, uno dei personaggi, il quale sembra avere il ruolo di educare e guidare il protagonista, gli chiede: “Qual è l’animale più pericoloso al mondo?”. E risponde per lui: “Le persone bianche”. Una definizione a dir poco razzistica che a parti inverse avrebbe scatenato un pandemonio, ma detta nei confronti dell’uomo bianco diventa la normalità.
Un fallimento sotto tutti i punti di vista
La premessa del film è che è il protagonista, ovviamente un uomo nero a disagio con i bianchi, venga arruolato dalla misteriosa American Society of Magical Negroes del titolo, un gruppo segreto il cui scopo è quello di far sentire meglio i bianchi, perché – come viene spiegato nel trailer – “quando i bianchi si sentono in difficoltà arrivano un sacco di cose brutte per noi”. Nelle intenzioni del regista, la pellicola sarebbe dovuta essere una satira del ruolo dei neri come spalle dei bianchi in film e serie tv. Stando alle recensioni di chi lo ha visto, fallisce miseramente l’obbiettivo, non riuscendo a far ridere e soprattutto risultando piattamente razzista contro i bianchi. A giudicare dal trailer un disastro annunciato, che si è rivelato tale anche dopo l’uscita. Con il film che è stato stroncato dalla critica, racimolando un punteggio di 30% su Rotten Tomatoes e di 2,7 su IMDb, e che nella prima settimana ha incassato pochissimo, meno di un milione di dollari. Insomma, il mostro woke che divora sé stesso.
Michele Iozzino