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Il lavoro che non c’รจ: disoccupazione reale al 18,5%

by Salvatore Recupero
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Roma, 9 lug –ย In Italia il tasso di disoccupazione reale รจ molto piรน alto rispetto a quanto leggiamo sui giornali. Questo รจ quanto emerge dallโ€™ultimo rapporto di ricerca sul mercato del lavoro, elaborato dalla Fondazione di Vittorio, dal titolo ‘La disoccupazione dopo la grande crisi’. Quello della Fondazione รจ metodo di studio che va oltre alle interviste condotte dallโ€™Istituto Nazionale di Statistica. Nella ricerca, infatti, vengono considerati non solo i disoccupati formalmente riconosciuti, ma anche le persone che all’interno delle forze di lavoro potenziali aggiuntive (FLPA), riferiscono di sentirsi in cerca di occupazione (condizione percepita). Il tasso di disoccupazione schizza cosรฌ al 18,5%, ben 6,8 punti sopra il tasso ufficiale, e il numero dei disoccupati sale a cinque milioni e 200 mila. Per essere piรน chiari, chi lavora in maniera saltuaria non puรฒ certo percepirsi come un dipendente con un contratto di lavoro a tempo indeterminato con ferie e tredicesima.

Per capire meglio la scelta della Fondazione Di Vittorio, รจ necessario fare un passo indietro. Lo scorso maggio la Banca Centrale Europea metteva in dubbio la veridicitร  dei dati sulla disoccupazione. Secondo la Bce: โ€œLa mancata crescita dei salari, necessaria per raggiungere lโ€™obiettivo di inflazione al 2%, รจ una diretta conseguenza di tali dati irreali sulla disoccupazione, ossia della discrepanza tra eccesso di forza lavoro e reali opportunitร  di impiegoโ€. Ci sarebbe, infatti, un 3% della popolazione dellโ€™Eurozona, parliamo di circa sette milioni di individui, appartenente alla categoria relativa alla sottoccupazione, ossia quella costituita da tutte quelle persone che vorrebbero lavorare di piรน – si pensi soltanto alla crescita dei contratti part-time. Inoltre, secondo Francoforte questo problema รจ particolarmente evidente in Italia.

Alla luce di quanto detto, il risultato dello studio sopracitato รจ assai preoccupante. Infatti, il tasso di disoccupazione allargata per i Paesi dell’area euro รจ pari al 14,6% (4,3 punti sopra il tasso ufficiale) e al 21,8% per lโ€™Italia (circa dieci punti sopra il tasso ufficiale), mentre il tasso di sottoutilizzo della forza lavoro raggiunge il 17,6% per la zona euro e il 23,8% per il nostro Paese (piรน del doppio del tasso ufficiale di disoccupazione). Come sottolinea il presidente della Fondazione di Vittorio, Fulvio Fammoni: โ€œQuale delle tre stime si voglia prendere a riferimento per misurare la disoccupazione effettiva in Italia (23,8%, 21,8%, 18,5%) il valore รจ molto piรน alto rispetto al dato ufficiale e conferma quindi che nellโ€™inattivitร  si cela una quota importante di disoccupazione che le statistiche tradizionali non catturanoโ€. A rincarare la dose ci pensa il segretario confederale della Cgil (che patrocinava la presentazione del rapporto) Tania Scacchetti. Secondo la dirigente del sindacato di Corso Italia: โ€œDa questa rilevazione emerge un quadro di grave sofferenza del mercato del lavoro, distante dalle medie degli altri Paesi europei. Incomprensibili quindi i tanto sbandierati ottimismi sul recupero occupazionale degli ultimi mesi. La crescita non solo non รจ consolidata, ma รจ costituita prevalentemente da lavoro povero e deboleโ€. ย โ€œรˆ determinante investire sulla qualitร  dellโ€™occupazione, anche in termini di diritti, perchรฉ la crescita del lavoro povero alimenta il bacino dei sottoccupati e frena una crescita basata su innovazione, valorizzazione delle competenze, ricerca. Va rafforzato poi – conclude Scacchetti – l’investimento sulle politiche attive, a partire dal ruolo dei centri per l’impiego, cruciali per contrastare gli alti tassi di inattivitร  nelle aree piรน deboli del Paese e per i soggetti piรน a rischioโ€. Dopo tutte queste belle parole ci si aspetterebbe che la Cgil fosse in prima fila contro lโ€™immigrazione. E invece accade lโ€™esatto contrario. Il piรน forte sindacato italiano รจ uno dei grandi sponsor dellโ€™immigrazione accanto alla Confindustria e alla Chiesa Cattolica. La crescente precarietร  del nostro mercato del lavoro (lamentata dalla Scacchetti) รจ direttamente proporzionale allโ€™importazione di manodopera dallโ€™estero. Gli stranieri, al contrario degli italiani, sono disposti a fare qualsiasi cosa per pochi euro. Ad esempio inscriversi alla Cgil.

Salvatore Recupero

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Lavoro: i voucher usciti dalla porta rientrano dalla finestra 11 Luglio 2017 - 3:12

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Disoccupazione i conti non tornano: piรน occupati ma meno ore lavorate 9 Settembre 2017 - 2:50

[…] della Cgia potrebbero sembrare paradossali, in realtร , perรฒ, non lo sono. Vediamo perchรฉ. Giร ย lo scorso maggio la Banca Centrale Europea metteva in dubbio la veridicitร  dei dati sulla disoccupazione. Secondo la Bce, infatti, il tasso di disoccupazione […]

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