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L'azienda di famiglia non paga i dipendenti. E Dibba attacca chi l'ha scoperto

by Lorenzo Zuppini
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Roma, 18 dic – Un altro scandalo scuote il Movimento 5 Stelle, e anch’esso riguarda gli affari di famiglia di uno dei leader pentastellati. Dopo il padre di Luigi Di Maio, che fa lavorare gli operai in nero, viene fuori che l’azienda del padre di Alessandro Di Battista non paga i dipendenti, i fornitori, l’Inps e il fisco.
Pur avendo soldi investiti in titoli bancari per oltre 100 mila euro, esiste un debito con il fisco di 60 mila euro. E poi i dipendenti vantano crediti per 53 mila euro, tutti in stipendi arretrati e non ancora pagati. A questo si aggiungono debiti per 151 mila euro con le banche, e 135 mila con i fornitori. Non solo: dalle visure camerali emerge che l’azienda non ha ancora pubblicato il bilancio del 2017. Negli anni precedenti le cose non andavano meglio.
Messo di fronte all’evidenza Dibba, ancora in viaggio come documentarista in America insieme alla sua famiglia, via facebook ammette: “Ebbene sì, la nostra azienda va avanti con enormi difficoltà. Mio padre, ad oltre 70 anni, lavora come un matto. Il carico fiscale è enorme. L’azienda ha avuto difficoltà a pagare puntualmente i 3 dipendenti, tra cui mia sorella”. Ma con una vena a dir poco polemica aggiunge anche: “Se provocate mi tocca tornare ad Arcore sotto la villa del vostro padrone. Stavolta però per leggere dei pezzi della sentenza sulla trattativa Stato-mafia. L’avete voluto voi evidentemente”. Quest’ultima frase è stata rivolta ai giornalisti del Giornale, che per primo ha tirato fuori la storia dei debiti dell’azienda paterna, la Di.B Tec srl costituita nel 2001, che vede Alessandro socio di maggioranza con il padre Vittorio e la sorella Maria Teresa. Spulciando il sito internet si legge che l’azienda in questione è una delle prime in Italia nella produzione e nella distribuzione di accessori tecnologici per il bagno. Ma le sue visure camerali affermano che i conti non sono esattamente in ordine, per usare un eufemismo. Il leader grillino, però, sostiene che la situazione dell’azienda di famiglia sia comune a quella di quasi tutte le piccole e medie imprese italiane.
Se Dibba junior ammette le difficoltà, pur attaccando chi le ha scoperte, suo padre nega tutto e afferma che chi ha visto le visure camerali non è in grado di leggere i bilanci. E il caso diventa politico, perché nella diatriba si inserisce Matteo Renzi, che da Di Battista è stato preso di mira per la vicenda del padre Tiziano. “Spero che la notizia sia falsa e che Di Battista possa procedere per diffamazione contro il Giornale. Ove ciò non fosse, sono sicuro che Il Fatto Quotidiano dedicherà molto spazio a questa vicenda“, afferma Renzi, che va all’attacco anche della Rai per aver taciuto la notizia.
Anna Pedri  
 
 
 
 
 

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VATICANO non è la POLITICA – cecchino spadaccino 18 Dicembre 2018 - 8:57

[…] L’azienda di famiglia non paga i dipendenti. E Dibba attacca chi l’ha scopertoPolitica 18 dicembre 2018Roma, 18 dic – Un altro scandalo scuote il Movimento 5 Stelle, e anch’esso riguarda gli affari di famiglia di uno dei leader pentastellati. Dopo il padre di Luigi Di Maio, che fa lavorare gli operai in nero, viene… […]

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anonimo 18 Dicembre 2018 - 10:41

Ad onor del vero il Giornale sta un poco rompendo il catso queste polemiche

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