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Difendere gli italiani è reato: le toghe rosse bastonano CasaPound per Casale San Nicola

by Davide Di Stefano
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Roma, 12 nov – Alla favola della Magistratura arbitro imparziale non ci crede più nessuno, nemmeno i grillini. Del resto le iniziative dell’Anm dove si chiede al Parlamento di “fare presto” per approvare lo Ius Soli parlano chiaro. Si può quindi facilmente immaginare il grado di imparzialità di un tribunale che si trovi a giudicare esponenti di CasaPound coinvolti in una protesta contro l’apertura di un centro di accoglienza. Se poi il Pm di quel processo è Eugenio Albamonte, il presidente dell’Anm ed esponente della corrente più a sinistra di Magistratura Democratica, e il giudice è l’ex Pm e collaboratrice di Scalfaro e Napolitano, Paola De Martiis, è facile immaginare come andrà a finire.

Con 9 condanne in primo grado da 3 anni e 7 mesi ciascuna (tranne un caso dove la pena è di “soli” 2 anni e 7 mesi) per gli esponenti di CasaPound che insieme ai cittadini del quartiere romano di Casale San Nicola si opposero all’apertura di un centro di accoglienza nell’estate del 2015. “Ingiustizia è fatta. Con le condanne abnormi inflitte per i fatti di Casale San Nicola si mette nero su bianco che difendere i diritti degli italiani agli occhi dello Stato è un crimine che crea più allarme sociale di un attentato terroristico. E in effetti in una Nazione in cui la giustizia sociale e il rispetto per i propri cittadini sono ai minimi, difendere gli italiani è un atto rivoluzionario”, si legge sul comunicato ufficiale di CasaPound.

Una vera e propria “legnata”, un messaggio chiaro rivolto a chi si oppone all’arrivo di immigrati clandestini e al business delle cooperative. “Le condanne, peraltro a pene che non hanno precedenti in Italia per questo genere di reati“, prosegue la nota di CasaPound,  “arrivano giusto all’avvio della campagna elettorale per le politiche che vedranno CasaPound impegnata con Simone Di Stefano candidato premier. Il paradosso è che, pochi mesi dopo quelle scene che nessuno avrebbe mai voluto vedere, l’allora prefetto di Roma Franco Gabrielli, con un clamoroso dietrofront, decise di chiudere la struttura per gli stessi motivi che i residenti avevano cercato invano di spiegargli, guadagnandosi solo accuse di razzismo, repressione e qualche manganellata”.

Davide Romano

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6 comments

ANTERO 12 Dicembre 2017 - 10:48

” Se un uomo non è disposto a lottare per le sue idee, o le sue idee non valgono nulla, o non vale nulla lui. ” W I D S !

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serena 12 Dicembre 2017 - 11:08

Onore a voi

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Gert dal Pozzo 12 Dicembre 2017 - 2:38

Come scrisse Terzani su un registro di una prigione del Vietnam del Nord liberato, dove gli mostrarono un quartetto d’archi suonato da atterriti prigionieri del sud: “ovunque siano delle sbarre, la mia empatia andrà sempre verso coloro che vi sono rinchiusi”.
Non bisogna essere di CasaPound per riconoscere un’ingiustizia e un abuso di potere. Solidarietà ai condannati.

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Fabrice 12 Dicembre 2017 - 4:42

Ma la cosa ancora più grave è che questo genere di magistrati mai e poi mai andrebbe ad abitare in un quartiere con media o alta densità di immigrati e nessuno gli rinfaccia come si deve questa loro totale incoerenza, che però poi gli serve a fare carriera!!

Insomma, Vergognosi, Falsi e Traditori del Popolo Italiano!!

Saluti.

Fabrice

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Raffo 13 Dicembre 2017 - 12:28

Magistratura, un tempo parola nobile , già dai tempi di Roma antica , una carica elettiva se non sbaglio….. oggi questi personaggi non sono eletti ma nominati, chi mai potrebbe eleggere un comunista che protegge spacciatori , accoltellatori e pretende lo ius soli con arroganza oppure impedisce ai cittadini onesti di difendere la loro casa…… inoltre si pappano fa 7 a 15 mila euro ogni mese…… arroganza e potere,un binomio difficile da scalfire….. onore agli eroi di CPI.

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Dino 13 Dicembre 2017 - 7:48

Piena solidarietà ai patrioti condannati.
Il vento sta cambiando, la speranza è che si faccia pulizia di questi “magistrati” antitaliani.

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