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Lega e M5S cedono alla Ue: tagliati 4 miliardi a quota 100 e reddito di cittadinanza

by Adolfo Spezzaferro
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Roma, 17 dic – Il governo gialloverde assicura che le coperture per la manovra ci sono. Nonostante l’abbassamento del deficit dal 2,4% iniziale al 2,04 per il 2019, nel tentativo di evitare la procedura d’infrazione dell’Ue.
L'”accordo sui numeri e i contenuti della proposta da mandare a Bruxelles” c’è, fanno sapere fonti dell’esecutivo Lega-M5S. Dopo le tensioni degli ultimi giorni tra i due vicepremier, il leader leghista Matteo Salvini e il capo politico dei 5 Stelle Luigi Di Maio, la maggioranza cerca di ricompattarsi con un vertice a Palazzo Chigi sulla legge di Bilancio.
Ieri, dalle 21 fino a tarda notte, il governo ha cercato di trovare la quadra sui conti, con il presidente del Consiglio Giuseppe Conte che continua a spingere per il dialogo con Bruxelles e i due vicepremier che ovviamente hanno difeso le proprie misure di riferimento. Obiettivo di Salvini e Di Maio era quello di confermare tempi di attuazione e cifre di quota 100 sul fronte delle pensioni e reddito di cittadinanza – i due provvedimenti-bandiera di Lega e M5S. Obiettivo disatteso, visti i tagli inevitabili.
“L’accordo c’è. Anche su ulteriori riduzioni fiscali”, ha spiegato Salvini al termine del vertice. Ma il ministro dell’Interno non ha fatto riferimento alle cifre sui saldi della legge di Bilancio. “Di quelle ragiona Conte con Juncker”, ha tagliato corto, smentendo però le voci secondo cui mancherebbero ancora all’appello tre miliardi per rispettare i diktat della Ue.
Conte e il ministro dell’Economia Giovanni Tria stanno lavorando alla trattativa con la Commissione europea. Non è esclusa la possibilità di inviare una sorta di controproposta a Bruxelles, sempre nell’ottica di evitare la procedura d’infrazione per deficit eccessivo.
Il problema di fondo è che, dopo continui scontri su tutta la linea, Salvini e Di Maio sarebbero giunti a una tregua, a patto però che non si conceda più niente alla Commissione Ue.
Conte intanto ha strappato un’intesa sull’ecotassa, fortemente voluta dai 5 Stelle: verrà applicata solo sulle auto di lusso (Porsche e Suv) con un bonus fino a 6 mila euro per le elettriche e le ibride. Accordo anche sui bonus cultura validi solo per i libri e non per cinema e concerti, sulle pensioni d’oro (dovrebbe restare il taglio fino al 40%, le risorse andrebbero a finanziare opzione donna), sugli sgravi Inail, sull’innalzamento per i sindaci della soglia per gli appalti diretti da 40 a 200 mila euro, sui fondi per le buche di Roma e per la metro, sui pagamenti dei debiti da parte della Pa verso le aziende creditrici e sui rimborsi ai truffati delle banche.
Resta da capire se le concessioni fatte alla Commissione saranno sufficienti. Per non parlare poi del fatto che Bruxelles ha chiesto un ulteriore sforzo. Insomma, il deficit deve scendere ancora, sotto la soglia-totem del 2%.
Di Maio dal canto suo assicura: “Questa manovra rappresenterà l’inizio della svolta rispetto al passato. La manovra contiene le coperture per scongiurare l’aumento dell’Iva, l’aumento delle pensioni minime e di invalidità, il superamento della Fornero con quota 100, il reddito di cittadinanza, meno tasse per le partite Iva. Insomma – garantisce il ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico – dentro c’è tutto quello che ci serve per attuare quel cambiamento di rotta che ci hanno chiesto gli italiani con il voto di marzo”.
Salvini sottolinea che il contratto di governo è stato rispettato: “Sono un uomo di parola e farò di tutto per mantenere uno per uno gli impegni”. Poi il titolare del Viminale si è rivolto alla Ue: “Nelle prossime ore ci sarà la cartina di tornasole. Scopriremo se a Bruxelles hanno voglia di costruire e portano rispetto o se invece prevale il pregiudizio, verso un un governo dell’imprevisto”.
In verità, quota 100 e reddito di cittadinanza subiscono modifiche eccome: sono stati decurtati due miliardi a provvedimento rispetto alle coperture iniziali. In merito, il sottosegretario leghista all’Economia Massimo Garavaglia, in un’intervista al Gr1 Rai, spiega che il taglio “sul 2019 non comporta problemi, ciò che è importante è che le misure si tengono nel triennio“.
Insomma, le misure saranno diluite nel tempo, il che significa che saranno rimandate (a data da destinarsi). Poi, dopo le elezioni europee di maggio 2019, tutto cambierà. Sempre se l’esecutivo dovesse sopravvivere fino ad allora.
Adolfo Spezzaferro

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