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Legittima difesa, il diritto di proteggere la nostra famiglia. Alla faccia dei buonisti

by Lorenzo Zuppini
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Roma, 7 mar – Emerge ancora una volta la questione del Paese reale e dello scollamento di alcuni da esso. I pensatori più impegnati, i linguisti che prediligono la forma alla sostanza, certamente negheranno anche oggi l’esistenza di tal fenomeno, e addirittura si lasceranno andare alla denigrazione più turpe della plebaglia che chiede a gran voce fatti concreti in una nazione molle. E dunque la legge sulla legittima difesa è stata approvata dalla Camera, finendo per essere trasferita al Senato ove dovrà essere approvato lo stesso identico testo.

La casa come nido sicuro

A proposito di concretezza e di problemi reali, qui le statistiche lasciano il tempo che trovano poiché una nazione può dirsi tale se, tra le altre cose, al suo interno il cittadino onesto è tutelato da quello disonesto. E dato che la legge in questione è squisitamente attuale e concreta, appunto, l’Italia farà un grosso passo avanti se le sue istituzioni garantiranno un tutela vera a quei cittadini vittime di violenze perpetrate da altri soggetti. Il furto nella propria abitazione è quanto di più odioso possa accadere poiché quelle quattro mura rappresentano non solo un investimento economico importante, ma anche il nido sicuro ove si sviluppa quel nucleo essenziale, naturale e storicamente riconosciuto come famiglia. Moglie, marito, figli, suocere e parenti vari si riparano sotto quel tetto con la convinzione che quel fiume in piena di sentimenti vivi e forti possa preservarli da qualsiasi malintenzionato voglia farvi irruzione per derubare o violentare.

Diritto alla difesa del cittadino

Va da sé che uno Stato non dispotico non potrà mai eliminare del tutto la presenza al suo interno di delinquenti; e va da sé che le forze dell’ordine non potranno mai garantire una piena presenza su tutto il territorio nazionale, essendo questo sterminato ed essendovi delle priorità. Si chiamano limiti, e prenderne coscienza è il primo passo per provare i rimedi necessari. Dunque la soluzione più razionale al tema in questione è creare la condizione per cui anche un privato cittadino possa difendersi autonomamente dalle eventuali aggressioni e, al contempo, il malfattore non si senta in qualche modo riparato dai cavilli giuridici sorti nel seno di una legge sulla legittima difesa non pienamente esauriente.

I casi giudiziari: chi reagisce viene punito

Ricordate quella proposta oscena di riforma della legittima difesa proposta dal Pd, che parlava con vaghezza di “diritto alla difesa dopo il tramonto”? Un testo simile genera il terreno fertile per i criminali che, dopo essersi beccati una strigliata dal privato che hanno violentato, intendano in qualche modo rifarsi sulle loro vittime. Al contrario, il testo approvato dalla Camera e fortemente voluto dalla Lega, e per la verità da tutta la destra italiana, prevede una banale ma fondamentale modifica all’articolo 52 del codice penale secondo il quale, per adesso, deve esservi proporzione tra l’offesa ricevuta e la difesa utilizzata. Insomma, per esser chiari, non si può sparare al ladro prima che lui abbia sparato a noi. Questo contenuto normativo ha portato a casi giudiziari osceni in cui delle povere vittime sono state trasformate in carnefici e i loro aguzzini sono riusciti ad aggiudicarsi cospicui risarcimenti estorti  a chi era ancora sotto choc per la violenza subita.

L’istinto di sopravvivenza

La proporzionalità tra l’offesa e la difesa è stata eliminata, inserendo l’avverbio sempre all’interno dell’articolo del codice. Insomma, il grave turbamento che la vittima subisce a causa dell’incursione di un delinquente all’interno della propria abitazione basterà per giustificare la sua reazione armata. E questo avviene in un contesto di limitata vendita delle armi da fuoco, dunque non nel far west di cui va cianciando la sinistra pacifista. V’è un misto di buonismo anteposto al principio di realtà. Un’accozzaglia di regnanti allo sbaraglio pretende di disegnare il profilo intellettuale dell’uomo perfetto adatto a vivere la modernità.

Ebbene, l’incapacità di costui di difendersi da chi metta in pericolo la sua incolumità è fondamentale per la creazione di una massa di utili idioti. La reazione successiva all’oltraggio subito è: “Poverino, non ha neanche una casa”. Ovvero il ribaltamento completo dell’istinto di sopravvivenza. E se il delinquente è straniero, magari proveniente da qualche Paese africano da cui pare sia scappato per disperazione, fungerà da giustificazione universale per qualsiasi nefandezza compiuta.

Lorenzo Zuppini

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Mauro 7 Marzo 2019 - 6:22

Era ora che venisse cambiata la legge del pd sulla legittima difesa

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