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Lettera alla Ue, così Conte prova a salvarci dalla procedura d’infrazione

by Adolfo Spezzaferro
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Roma, 20 giu – La lettera del governo italiano sui conti pubblici è stata inviata ai 27 Stati membri dell’Unione europea, al presidente della Commissione Ue Jean-Claude Juncker e al presidente del Consiglio europeo Donald Tusk. Lo comunicano fonti di Palazzo Chigi. L’esecutivo verdegiallo gioca la carta della responsabilità e del dialogo costruttivo nell’ottica di evitare la procedura d’infrazione per debito eccessivo. Infatti, in un passaggio del documento, il premier Giuseppe Conte scrive: “La nuova legislatura europea ci spinge ad assumere, con coraggio e visione, decisioni fondamentali per il nostro futuro”. Per questo, prosegue, “ritengo che sia nostro dovere aprire, adesso senza ulteriore indugio, una “fase costituente”, per ridisegnare le regole di governo delle nostre società e delle nostre economie, riconsiderando modelli di sviluppo e di crescita che si sono rivelati inadeguati di fronte alle sfide poste da società impoverite, attraversate da sfiducia, delusione e rancore”.

Il premier: “Bisogna trovare equilibrio tra stabilità e crescita”

”Prima che l’Unione europea si trovi a dover affrontare nuove crisi finanziare sistemiche e globali, occorre una riflessione approfondita su come assicurare un effettivo equilibrio tra stabilità e crescita, tra riduzione e condivisione dei rischi – si legge ancora -. Sono poli dialettici, ma devono essere valutati insieme, devono essere tra loro adeguatamente bilanciati”. ”Come l’esperienza ha dimostrato – scrive ancora il premier – se sono posti in opposizione, se per assicurare la piena realizzazione dell’uno si sacrifica l’altro, si rischia di pagare un prezzo molto elevato per la coesione sociale ed economica dei singoli Stati membri, e, quindi, per la credibilità stessa del progetto europeo”.

“Italia ha piena responsabilità di dialogo aperto e costruttivo con la Ue”

Conte rimarca inoltre che ”l’Italia, in quanto Paese fondatore della casa comune, avverte la piena responsabilità di coltivare un dialogo aperto e costruttivo con la Commissione europea”. ”Lo ha dimostrato anche di recente, nel dicembre 2018 – fa notare il premier – allorché un intenso negoziato ha consentito di chiarire i dettagli della nostra manovra economica, il linea con le regole previste dal patto di stabilità e crescita. Adesso l’Italia viene nuovamente sollecitata a dare conto del rispetto di queste regole”.

L’attacco ai paradisi fiscali nella Ue

Nella lettera infine c’è un attacco ai cosiddetti paradisi fiscali, ossia a chi, all’interno della Ue, applica tasse agevolate. Il premier, oltre a chiedere nuove regole per salvaguardare il progetto europeo, lancia anche un attacco a quelle che considera pratiche unfair, ossia sleali e ingiuste, più volte definite dal presidente del Consiglio come un vero e proprio dumping fiscale, cioè il ribasso di aliquote e pressione fiscale da parte di un Paese membro per attrarre contribuenti ed investitori.

Le misure per ridurre il debito

Nell’ottica del dialogo costruttivo con Bruxelles, ieri il Consiglio dei ministri ha sbloccato i due miliardi di spesa accantonati nella legge di Bilancio per ridurre il deficit. E ha avallato una prima bozza di assestamento di bilancio che richiama anche i 3,2 miliardi di maggiori entrate, tributarie e non. Una mossa per riequilibrare i conti 2019 evitando una manovra correttiva e soprattutto per scampare dalla procedura d’infrazione.

Adolfo Spezzaferro

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