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L'inesistente partito della Bonino non vuole raccogliere le firme (come fanno tutti)

by Davide Romano
5 comments
Roma, 2 gen – “Mi chiedono di andare in giro per l’Italia a raccogliere le firme e poter presentare la mia lista”. Emma Bonino è scandalizzata e da giorni dalle colonne di Corriere e Repubblica tuona contro l’assenza di un emendamento “ad personam”, che le eviterebbe di dover fare quello che tutti i partiti devono fare a norma di legge per presentarsi alle elezioni: raccogliere le firme dei sottoscrittori. Troppo difficile per un partito inesistente (ora sotto forma della lista +Europa) e che alle ultime elezioni politiche nel 2013 ha raccolto lo 0,2% nazionale, poco più di 65 mila voti e che di fatto non ha militanti. E se è vero che i partiti che scrivono e votano le leggi elettorali tendono sempre a rendere difficile la vita a chi non ha un gruppo parlamentare (che esenta dalla raccolta), aumentando di volta in volta il numero di firme da raccogliere e diminuendo i giorni utili per farlo, è altrettanto vero che esistono decine di movimenti e partiti, anche di una certa consistenza, che sono obbligati a raccogliere le firme. 
Un caso su tutti è quello di CasaPound, che nonostante alle ultime amministrative abbia fatto registrare percentuali vicine alla doppia cifra in più di un Comune e conti decine di migliaia di iscritti, deve “dimostrare di esistere”, per dirla con la Bonino, con la raccolta firme. Una prassi dalla quale la Emma nazionale vuole essere esentata denunciando di essere l'”unica a dove raccogliere le firme” (e non è vero) perché non ha “santi in Parlamento” (in realtà un gruppo parlamentare, la legge è chiara). E così grida all’ingiustizia perché il Pd non gli ha garantito la presenza automatica con un emendamento ad hoc, che sarebbe stato una vera e propria ingiustizia per gli altri partiti e liste obbligati a raccogliere le firme. La Bonino parla di “pasticcio discriminatorio” e lei, che di santi in paradiso ne ha, si è appellata oltre che ai due principali quotidiani italiani che le offrono spazio gratuito, a Mattarella, Gentiloni, Renzi, chiunque.
In verità le firme da raccogliere nei 63 collegi plurinominali sono state dimezzate ben due volte, passando da 1500 a collegio a 750, fino a 375 (per un totale di circa 25 mila firme), proprio su richiesta dei radicali (gli altri partiti se la sarebbero presa in quel posto invece…). In più per la prima volta sono stati autorizzati ad autenticare le liste anche gli avvocati cassazionisti, facilitando non poco la raccolta. Il tutto proprio per garantire ai radicali la possibilità di candidarsi e allearsi con Renzi, portando in dote al Pd qualche manciata di voti. Ma questo a Emma Bonino non basta e dall’alto della sua indignazione non si spiega “perché per una legge unica in Europa noi siamo obbligati a raccogliere circa quattrocento firme in sessantatré collegi e lo dobbiamo fare a mano, autenticandole e con certificato elettorale”. E’ la democrazia in Italia Emma, ha sempre funzionato così ma tu e il tuo partito delle elitè finanziato da Soros avete sempre trovato un escamotage per non fare quello che per tutti gli altri è un obbligo.
La Bonino in ogni caso è sul piede di guerra e per il momento ha fatto saltare l’alleanza con il Pd, l’unica che le darebbe qualche speranza di entrare in Parlamento. Già perché in coalizione basta superare l’1%, proprio perché il Pd ha scritto una legge elettorale per garantirsi qualche alleato, che pare cucita su misura proprio su liste come +Europa. Questo però Emma si dimentica di raccontarlo. Nel frattempo il grido di dolore della Bonino è stato raccolto dai Dem, che hanno praticamente annunciato il loro “supporto logistico e operativo”, cioè in pratica le firme per i radicali le prendono loro e garantiscono l’assenza di sorprese negative al momento della presentazione (tanto al Viminale c’è Minniti…). Insomma una storia vergognosa, dove un partito che ultimamente si è distinto solo per il sostegno a qualsiasi lobby finanziaria anti nazionale e per la promozione della sostituzione etnica del popolo italiano , sostiene di essere discriminato per dover fare a norma di legge quello a cui tutti sono tenuti.
Davide Romano
 

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5 comments

ANTERO 2 Gennaio 2018 - 2:35

Dovrebbe ritirarsi e non pensare più alla politica … si riposi, si riposi, si riposi !

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Altrostile 2 Gennaio 2018 - 9:26

Pannella aveva un altro stile

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Raffo 2 Gennaio 2018 - 10:03

Si vergogni e se ne vada in vacanza in africa insieme alla boldrini e alla kienhge o come c***o si chiama……e che il grasso le accompagni.

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Tony 2 Gennaio 2018 - 10:09 Reply
luis r. 3 Gennaio 2018 - 12:31

forse perché Bonino stessa, già rinnegata da marco Pannella stesso, con un partito che ha fatto dell’immigrazionismo selvaggio e dell’europeismo più servile la sua politica, più da elite che di popolo, quindi, sa che, se dovesse scendere per strada, potrebbe ricevera qualche pernacchia?

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