Roma, 15 lug – I ministri M5S potrebbero lasciare il governo già entro mercoledì. Ovvero quando il premier Mario Draghi sarà chiamato a riferire in Parlamento sullo stato della crisi di governo. Lo rende noto l’Ansa.
I ministri M5S via dal governo: che collasso
Il M5S compie, ogni giorno che passa, un salto gigantesco verso lo strapiombo. L’ultimo è rappresentato dall’ipotesi che sta circolando negli ambienti grillini circa un ritiro dei ministri entro mercoledì. Una soluzione discussa anche nel consiglio nazionale. Così parla Mariolina Castellone, capogruppo: “Il consiglio nazionale si riunirà di nuovo oggi e faremo le nostre valutazioni”. Il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, che certifica la morte del movimento pur essendo in piena crisi allo stesso modo, fa la parte del duro: “Il M5S non c’è più, ora si chiama il partito di Conte. È un partito padronale che ha deciso di anteporre le proprie bandierine alla sicurezza e all’unità nazionale. Se da mercoledì andiamo in ordinaria amministrazione non potremo fare quasi più nulla di ciò che serve per superare la crisi economica. Parlo del decreto di 15 miliardi contro il caro bollette. Non abbiamo i poteri per fare la legge di bilancio e andremo in esercizio provvisorio. Non abbiamo più il potere negoziale ai tavoli internazionali per ottenere il tetto ai prezzi del gas. È da irresponsabili non capirlo”.
Da varie voci, tutti per il Draghi bis
Come a dire, se non verrà un Draghi bis davvero potrebbe scoppiare una catastrofe naturale istantanea, per quanto il passaggio sembri addirittura scontato. A rimarcarlo è il leader di Azione, Carlo Calenda, che scrive su Twitter: “Dobbiamo lavorare per un bis di Draghi. Lo richiede la sicurezza dell’Italia. Ma senza un chiaro impegno della Lega ad abbandonare la linea ‘diversamente 5S’ e la consapevolezza dalle parti del PD che Conte non potrà farne parte, è meglio astenersi ed evitare ulteriori figuracce”.
Alberto Celletti