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Manovra, Di Maio assicura: "Tria non si dimetterà". Oggi la fiducia

by Adolfo Spezzaferro
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Roma, 7 dic – “Smentisco categoricamente qualsiasi voce sulla volontà di far dimettere il ministro Tria. Ho visto che veniva attribuita addirittura al Movimento 5 stelle. Giovanni Tria sta facendo un grande lavoro e squadra che vince non si cambia: deve restare al ministero dell’Economia“. Così il vicepremier e ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico Luigi Di Maio, ospite di Radio 24, prova a disinnescare la polemica sul titolare del Tesoro, che ieri ha disertato il vertice sulla manovra.
Con il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia – prosegue il capo politico dei 5 Stelle – “spero di poter dialogare da martedì al tavolo che ho convocato con le piccole e medie imprese”, assicurando che “se possiamo migliorare ancora la manovra, lo faremo”.
E a proposito della legge di bilancio, il ministro assicura che “ci saranno novità sul costo del lavoro. Stiamo lavorando alla riduzione del costo del lavoro e ad un ulteriore incentivo alle imprese che assumono a tempo indeterminato“.
Di Maio poi interviene sull’ecotassa e assicura: “Io non voglio mettere alcuna tassa sulle auto familiari di cui gli italiani hanno bisogno per spostarsi. Dopo il confronto con le aziende automobilistiche, con i lavoratori e i consumatori troveremo il modo per migliorare la norma, che non significa fare marcia indietro”.
“Il nostro obiettivo – chiarisce – è di incentivare l’uso dell’auto elettrica, ibrida e a metano. Se qualcuno pensa di far litigare il governo su questa norma si sbaglia, perché alla fine prevale il buon senso dall’una e dall’altra parte”.
Sul fronte della manovra, al vertice di ieri Lega e M5S hanno trovato l’accordo su alcuni passaggi chiave: il taglio delle pensioni d’oro, caro ai 5 Stelle, che sale dal 25 al 40 per cento; sulle pensioni si lavora per abbassare la spesa da 6,7 miliardi a 5. E, visto che la platea di chi chiederà l’assegno è ancora da calcolare, è pronta una clausola di salvaguardia che andrà a modulare le finestre uscita, allungando il periodo tra quando si matura la misura a quando si percepisce l’assegno da 3 a 4 o 6 mesi.
Solo che al contempo bisognerà tagliare e risparmiare anche sul reddito di cittadinanza, misura-bandiera dei 5 Stelle. E su questo, come sugli altri temi chiave della manovra, sulla quale oggi alla Camera si vota la fiducia, la quadra non è stata trovata.
Dal canto suo il premier Giuseppe Conte si dice sicuro: “Tra noi è facile, ci troviamo sempre d’accordo. E’ con l’Europa che è un po’ più complicato”.
Al di là delle ostentazioni di sicurezza, però, la maggioranza gialloverde, abbassando il deficit per accontentare la Ue (ed evitare la procedura d’infrazione), rischia di dover rimandare le misure promesse in campagna elettorale.
Adolfo Spezzaferro

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