Roma, 3 mag – L’incontro di ieri tra Giorgia Meloni e il cancelliere austriaco Karl Nehammer si è focalizzato, tra tanti temi, anche su quello dell’immigrazione. E la questione non è casuale, dal momento che Vienna si trova esposta da anni a flussi irregolari di ogni genere, al punto da ristabilire alcuni controlli sul confine slovacco
Meloni e Nehammer, l’incontro
Il presidente del Consiglio ha ricevuto il cancelliere a Palazzo Chigi e sul tema non è andato troppo per la quale, come riportato dall’Ansa: “Con l’Austria è essenziale una collaborazione assidua sia quella bilaterale sia nel consesso europeo: spesso stessa linea, stessa visione. S’è creato un feeling del quale sono molto contenta. Soffriamo ambedue la forte pressione migratoria e intendiamo collaborare di più. Insieme abbiamo chiesto un cambio di paradigma a difesa dei confini esterni”. Alle parole di Meloni, Nehammer risponde così: “Ci legano il passato e il presente concernente anche l’alleanza contro la criminalità e l’immigrazione illegale, le persone che fanno sfruttamento. Questo colpisce entrambi i Paesi”.
L’esplosione della rotta balcanica occidentale
Lo scorso mese Frontex aveva rilevato arrivi per 145mila persone provenienti proprio dai Balcani occidentali, precisando anche che non si trattava di ucraini in fuga dalla guerra: un aumento del 136% rispetto all’anno precedente e il numero più alto dal 2015. Insomma, una vera e propria esplosione. Che coinvolge anche l’Austria come – naturalmente – l’Italia, geograficamente il Paese più sfortunato visto che è soggetto a flussi praticamente da ogni lato dei propri confini. Nehammer, comunque, già l’autunno scorso aveva ripristinato i controlli ai confini con la Slovacchia, rafforzando anche quelli con la Slovenia, esprimendosi sulla necessità di evitare effetti domino ulteriori: “Ecco perché bisogna reagire prima che reagiscano i trafficanti di esseri umani e quindi di immigrati clandestini. Una norma che segue la reintroduzione dei controlli al confine slovacco da parte della Repubblica Ceca”. Insomma, l’Austria ad Est guarda un po’ dappertutto, visto che dal punto vista migratorio la situazione di Vienna non è che sia rosea. Sarebbe naturale e auspicabile quindi un rapporto proficuo con il vicino sia importante per stabilire una collaborazione per combattere un’immigrazione clandestina, finora, lasciata passare senza ostacoli, dopo diversi mesi di governo. Le parole ci sono, i fatti, come al solito, ancora no.
Alberto Celletti
3 comments
Parentesi : la maggioranza degli Ucraini sono in fuga da Elensky che indegno ha controfirmato la guerra per conto terzi, vendendo tutto e tutti sotto il sogno del capitalismo estremo. Una ridicola se non fosse tragica farsa del dramma staliniano. Non a caso certe forze vorrebbero il riemergere comunista anti aristocratico in Russia piuttosto di una seria opposizione ai deliri occidentali.
L’Austria ha da sempre agito contro l’Italia, storicamente e anche contemporaneamente. Basta andare al Brennero per vedere come si comportano gli agenti di Frontiera austriaci. Per non parlare poi delle ingerenze in Alto Adige. Altro che collaborazione ci vorrebbe una presa di posizione forte. La Meloni delude sempre più!
Bisogna capirli, tra Svizzera, il grande cantone Germania, la ben più dignitosa, unita, combattiva Ungheria e l’ Italia seppur raffazzonata, hanno poche verze da sfogliare… Bisogna saper collocare anche gli “sfigati di turno” se si è veramente forti. Ecco dove il governo ucraino ha dimostrato dalla sua “indipendenza” in poi assoluto vuoto spirituale, etico-morale e materiale. Oltretutto in un crescendo sempre più drammatico.