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Morte Borrelli, Bobo Craxi: “Guidò un colpo di Stato”

by Ludovica Colli
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Milano, 20 lug – “Guidò un sovvertimento istituzionale da parte di un corpo dello Stato nei confronti di un altro. Non è una mia opinione personale, i giuristi lo chiamano colpo di Stato“. E’ il commento di Bobo Craxi, figlio di Bettino, l’ex premier socialista, sulla morte dell’ex capo del pool di Mani Pulite Francesco Saverio Borrelli. Per spiegare le proprie parole sul colpo di Stato, Craxi ha aggiunto che i magistrati guidati da Borrelli “svolsero un’azione politica che loro stessi consideravano rivoluzionaria e ipresupposti rivoluzionarinon hanno il problema di dover applicare i manuali”.

“Guidò un complotto da parte della magistratura contro la politica”

“Non vi è dubbio che fu un protagonista della storia del nostro Paese e che fu un rivoluzionario-revisionista. Rivoluzionario nel senso che contribuì a guidare un complotto di una parte dello Stato (la magistratura), contro un’altra parte dello Stato (la politica e i partiti politici). Contribuì a togliere quello che c’era per conservarne solo una parte e questo non si può chiamare in altro modo che colpo di Stato. Revisionista perché, in seguito alla stagione di Tangentopoli, ebbe parole di netto ripensamento sull’efficacia dell’azione di Mani Pulite”, spiega il figlio dell’ex leader socialista. “Le nostre strade si sono incrociate anche in tribunale perché mi querelò e venni anche condannato. Per quella che è stata la mia conoscenza di lui, posso dire che mi è sembrata una persona sobria e molto garbata a cui va il mio cordoglio”, conclude Craxi.

Pillitteri: “Perdono il defunto”

Parce sepulto (dal latino, “perdono al defunto”) è invece la prima espressione di Paolo Pillitteri, sindaco socialista di Milano condannato nell’inchiesta delle toghe rosse. “E’ un commento che dice molto – ha aggiunto – e non è liquidatorio né riassuntivo. E’ un pensiero di rispetto per i morti”. Secondo Pillitteri bisogna distinguere fra “il Borrelli prima e dopo” cioè fra prima di Mani pulite e quello dell’inchiesta “che lui ha guidato”, ma anche con il “Borrelli di qualche anno fa, che ha mostrato una forma di pentimento, di riflessione. Non mi sembrava entusiasta di quanto è successo dopo. Si sarà chiesto se ne è valsa la pena e forse si sarà detto no”.

Ludovica Colli

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Nemesis 20 Luglio 2019 - 2:10

Non era pentito, ma solo deluso perché i “compagni” sono stati prima limitati da Berlusconi (nonostante i reiterati aiuti dei suoi sodali) e poi da loro stessi, fallendo su tutta la linea. Ha poi ben pensato di farsi strumento di farsopoli per chiudere in bellezza. La morte non cancella la realtà.

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Maurizio 20 Luglio 2019 - 2:20

Adessi ditemi che Craxi e soci non erano dei ladri e non meritavano la galera. E siamo a posto.

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Ciccio Palmieri 21 Luglio 2019 - 12:37

Craxi non fu certamrnte un ladro. Lo furono invece molti dei falsi socialisti che lo attorniarono e di cui non riuscì a liberarsi. Bettino Craxi, quando capi che cosa si stava orrendo contro di lui dai servizi segreti interni ed esterni preferi, per non essere condannato e incarcerato, prendere la via dell’esilio. In parole povere il silenzio della sua coraggiosa denuncia riscontrsta in Parlamento lo convinse della trama ordita contro di lui. Ma, contrariamente a quanti ancora oggi pensano, Bettino Craxi non fu un venale profittatore del ruolo che aveva nell’ambito del panorama politico italiano.

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SergioM 21 Luglio 2019 - 8:24

Premesso che Craxi venne indagato solo
DOPO aver chiesto l’incriminazione di Soros e complici italiani …. per il cambio lira/dollaro a 2.500 … che rese al sorcio cravattaro svariati miliardi di dollari …

Bobo. … tu , come il figlio
del Commissario Calabresi che ha lavorato con gli ASSASSINI morali di suo padre …., hai razzolato
coi kom che hanno Esiliato TUO Padre …..
Per coerenza dovrebbe parlare solo tua sorella ….

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paleolibertario 22 Luglio 2019 - 1:57

Borrelli è stato un golpista, ed aprì la strada a una magistratura che attualmente è braccio armato del nemico. Circa Bettino Craxi: certamente le tangenti ci furono, c’erano per tutti i partiti, ma all’epoca si aveva degli ideali e questi soldi finivano nelle casse del partito, non nelle proprie tasche come oggi. Comunque sia, i giudici non fecero nulla contro il PCI, che i soldi li prendeva dall’estero e si poneva come partito apertamente anti-italiano (e saggiamente gli italiani non si sono mai fidati di questo soggetto politico criminale).

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