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Nuovi contagi a Codogno. L’ansia dei cittadini: “La zona rossa non andava riaperta subito”

by Ludovica Colli
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Roma, 27 mar – La riapertura dell’ex area protetta di Codogno (Lodi) dove fu scoperto oltre un mese fa il primo contagiato da coronavirus avrebbe causato nuovi casi di positività al Covid-19. A lanciare l’allarme è il Corriere della Sera, secondo il quale dopo settimane di progressivo calo del trend, arrivato anche a toccare l’uno per cento, negli ultimi giorni la curva è in risalita. “Abbiamo sei positivi in più – spiega Francesco Passerini, sindaco di Codogno e presidente della Provincia di Lodi – Nelle ultime giornate eravamo fermi a 268 casi. Un segnale che i divieti introdotti con la zona rossa avevano funzionato“.

Gli abitanti in allarme: “Ora i nostri sforzi rischiano di essere vanificati”

Ci aveva sorpreso vedere che nel decreto del governo dello scorso 8 marzo la zona rossa veniva abolita – prosegue Passerini -. Che senso ha chiudere tutto se poi, appena arrivano i primi risultati positivi, si dà la possibilità di riaprire negozi e di spostarsi per lavoro praticamente ovunque?”, fa presente il primo cittadino di Codogno. Il timore degli abitanti dei dieci comuni della ex zona rossa era stato anche quello che il virus potesse tornare a diffondersi grazie a “forestieri” dopo la rimozione dei posti di blocco. “Noi abbiamo fatto sforzi molto rigidi, i risultati si sono visti perché nelle prime due settimane c’è stata una riduzione dei contagi – fanno presente gli abitanti -. Ora quegli sforzi rischiano di essere vanificati“.

“Si muore ancora, è l’effetto dei contagi delle scorse settimane”

“L’emergenza non è alle spalle, basti pensare che in un mese, dal 22 febbraio al 22 marzo, le persone morte sono quasi il triplo rispetto agli anni passati”, sottolinea il sindaco Passerini. I numeri parlano chiaro: i decessi nel 2019 sono stati 52, 49 quelli del 2018: in un mese di emergenza coronavirus si è arrivati a 125. “Si muore ancora, ogni giorno. Ma è l’effetto dei contagi delle scorse settimane”, chiarisce Passerini. I dati in crescita potrebbero essere l’indicatore di un ritorno dell’epidemia in zone dove sembrava fosse stata debellata. “Non c’è un effetto di immunità di gregge, l’isolamento protegge dalla diffusione del virus, ma solo attraverso il vaccino è possibile creare davvero una immunità diffusa. Purtroppo siamo ancora molto lontani da questa prospettiva”, ricorda il sindaco di Codogno.

Il modello applicato nella zona rossa del lodigiano è stato esteso a tutta la Lombardia (e in parte sull’intero territorio nazionale): chiudere la popolazione in casa e blindare l’area – nessuno entra, nessuno esce – blocca la diffusione dei contagi. Il problema, come dimostra il ritorno dei contagi a Codogno, è quindi riaprire tutto troppo presto. Una chiara indicazione su come procedere a livello nazionale.

Ludovica Colli

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1 commento

Leandro 27 Marzo 2020 - 1:14

Mortacci vostra ma lo volete capire che dovete stare a casa???? Lumbardi state a casa !!!!

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