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Oggi il Cdm sul caso Siri. Lega pronta a controbattere con la Flat tax

by Adolfo Spezzaferro
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Roma, 8 mag – Oggi è il redde rationem: la resa dei conti tra Lega e M5S. Tra pochissimo si terrà il Consiglio dei ministri in cui, se il sottosegretario Armando Siri, indagato per corruzione, non dovesse dimettersi prima (ossia in questi minuti), il premier Giuseppe Conte proporrà la revoca. I numeri sono dalla parte di Conte e dei 5 Stelle: se si dovesse votare, la Lega non potrà impedire che Siri venga cacciato. Sarebbe la prima, cocente sconfitta politica per il vicepremier Matteo Salvini da quando si è insediato il governo gialloverde.

Scontro Di Maio-Salvini

“La Lega ha deciso di proteggere Siri inspiegabilmente e domani (oggi, ndr) va in Consiglio dei ministri, hanno voluto intraprendere la strada della vecchia politica che protegge sempre i suoi politici“, ha detto ieri in chiusura di giornata il vicepremier Luigi Di Maio intervistato a Cartabianca, su Rai 3. “Il comportamento politico va censurato senza aspettare le sentenze”, ha poi aggiunto ribadendo: “Siri può tornare a fare il senatore”. “Si assumeranno responsabilità di votare per salvare un sottosegretario, Siri decadrà da sottosegretario, noi abbiamo la maggioranza in Cdm, nove a sei“, ha detto ancora una volta il capo politico dei 5 Stelle dicendosi dispiaciuto che il leader del Carroccio abbia “preso in modo personale questa cosa di Siri, non la prenda sul personale”. Dal canto suo, Salvini avverte: “Vedremo se i Cinque Stelle votano per le dimissioni di un segretario senza alcuna prova, se ne prenderanno la responsabilità e andiamo avanti”. Assicurando allo stesso tempo che “se votano noi votiamo contro e poi continuiamo a fare i ministri, si va avanti fino a fine mandato”. Ma sulla questione, ancora una volta, Di Maio ha ribadito come “grazie a questi rompiscatole che hanno la maggioranza assoluta in Cdm, eviteremo a questo governo di fare come tutti i precedenti, cioè di tenersi esponenti politici che hanno portato avanti condotte non tollerabili”. E poi ha lanciato un appello alla Lega, “chiedendo di far dimettere Armando Siri e non arrivare alla conta in Cdm”.

La Lega rilancia la Flat tax (come casus belli)

Secondo fonti pentastellate, “la Lega cerca pretesti per rompere“. “Dovete chiedere alla Lega se vuole aprire una crisi di governo sulla vicenda Siri”, ha detto Di Maio, in conferenza stampa a Montecitorio, assicurando a più riprese che il M5S non vuole aprirne nessuna. Ma Salvini non la pensa così e rispondendo a chi gli chiede se c’è una spaccatura con i 5 stelle per Siri, replica: “Mi sembra evidente, non solo su questo, su Tav, su autonomia, c’è diversità di vedute”. E infatti, a poche ore dal Cdm, rilancia la Flat tax “già domani (oggi ndr) al Consiglio dei ministri”, perfetto casus belli per far cadere il governo, per colpa dei 5 Stelle, ovviamente. “Prima si fa e meglio è. E’ chiaro che bisognerà stringere i denti all’inizio, ma nel medio lungo periodo i risultati si sentono, anche in termini di lotta all’evasione. Chiunque voglia combatterla non lo fa soltanto con le manette ma lo fa anche abbassando le tasse”, spiega il leader della Lega. Ovviamente a stretto giro è arrivata la risposta del M5S: “Ennesima farsa sulla Flat tax – dichiarano fonti di governo pentastellate – Cosa porta Salvini in Cdm? Non può portare un decreto senza che il Quirinale ne sappia nulla“. E inoltre, “mancano totalmente le coperture. Quindi è propaganda becera sulle speranze dei cittadini che aspettano la riduzione delle tasse”, l’affondo dei 5 Stelle. “Salvini vuole portare la flat tax in Consiglio dei ministri? Non vedo l’ora, sono prontissimo a votarla, se ci portano pure le coperture”, ha ribadito dal canto suo Di Maio. “Io domani (oggi, ndr) porto il salario minimo, così abbassiamo le tasse e alziamo gli stipendi, che gli italiani sono contentissimi”, ha aggiunto.

Il legale di Siri: “Verrà depositata memoria difensiva”

Intanto, in una nota, l’avvocato di Siri smentisce le notizie di stampa secondo le quali il sottosegretario non avrebbe intenzione di rispondere ai pm. “In riferimento alle notizie apparse su alcuni organi di stampa, si precisa che in sede di presentazione spontanea del senatore Armando Siri verrà depositata una memoria difensiva al precipuo fine di rappresentare, in modo esaustivo e documentale, i rapporti con Paolo Franco Arata. E pertanto del tutto inveritiero che tale scelta corrisponda ad un intento di sottrarsi al confronto con l’Autorità giudiziaria, confronto del resto richiesto dallo stesso sottosegretario. Infatti, unitamente alla presentazione della memoria difensiva, il senatore Armando Siri renderà dichiarazioni e risponderà ad eventuali richieste di chiarimenti avanzate dai magistrati”.

Adolfo Spezzaferro

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Cesare 8 Maggio 2019 - 12:02

Siri è un sovranista che vuole instaurare i minibot che sarebbe moneta prodotta dallo stato a costo zero mentre oggi il denaro viene prestato con interessi allo stato da banche private e banche centrali private come BCE e Bankitalia (oggi privata).Queste entità private in mano ad oligarchie sfruttano uno stato indebitato prestandoli denaro da loro prodotto esentasse e a costo zero.Sono i poteri forti che vogliono liberarsi di uno onesto e a favore del popolo come Siri.Per quanto concerne il fighetto Di Maio, lui vuole le dimissioni di Siri sia per asservimento ai banchieri e poteri forti stranieri e sia per le prossime elezioni europee in cui i 5s sono in forte svantaggio

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