Roma, 24 giu – Ennesimo schiaffo all’Italia. Anche e soprattutto nel settore agroalimentare, assistiamo a una continua guerra ai nostri prodotti, condotta tra l’altro da chi dovrebbe tutelarli e invece agevola chi neppure fa parte dell’Unione Europea. Decisioni che danneggiano pesantemente uno dei nostri fiori all’occhiello: l’olio d’oliva. L’ultima doccia fredda è arrivata con la conferma del tunisino Abdellatif Ghedira a direttore esecutivo del Coi (Consiglio oleicolo internazionale), che ha sede in Spagna, a Madrid.
Il Coi è in pratica l’Onu dell’olio d’oliva e stabilisce le norme fondamentali a riguardo, a partire da quelle che regolano il sistema dei controlli. Già nel 2018 la produzione italiana di “oro verde” aveva subito gravissimi danni, come avevamo spiegato sul nostro giornale, segnando un -57% rispetto al 2017. Per l’olivicoltura nazionale, una delle peggiori annate di sempre. Tra le principali cause di questa mazzata non si possono trascurare le gelate e i problemi fitosanitari, ma ad assestare un colpo mortale è stata ed è tuttora la questione dei prezzi. L’olio italiano ha una qualità molto alta e la produzione massiccia spagnola e tunisina hanno fortemente penalizzato quella italiana. Di conseguenza l’olio straniero ha finito per invadere il nostro mercato, anche con il beneplacito dei politici di casa nostra.
Lo schiaffo dell’Ue
Adesso, con la conferma di un tunisino alla guida del Coi, sembra difficile che la situazione possa migliorare. Particolarmente grave poi che l’investitura di Ghedira sia arrivata grazie alla decisiva astensione del rappresentante dell’Unione Europea. Come segnalato da Libero, se il plenipotenziario dell’Ue avesse votato contro, la nomina sarebbe saltata. Non solo, assieme al direttore esecutivo tunisino sono stati confermati anche due direttori aggiunti: lo spagnolo Jaime Lillo e il turco Mustafa Sepetci. Nessuna traccia dunque di rappresentanza tricolore.
“Da una posizione di forza il riconfermato segretariato esecutivo del Consiglio oleicolo internazionale, riproporrà l’ allargamento delle maglie del panel test, per depontenziarlo, e lo sdoganamento degli oli dolci. Un programma in netta antitesi con la progettualità italiana che invece da tempo ha puntato tutto sulla qualità”, ha scritto Alberto Grimelli su Teatro Naturale.
Alessandro Della Guglia
3 comments
Maledetti. Ma un giorno arriverà la resa dei conti. E sarà qualcosa di talmente orrendo…………
L’ Italia, che ha il migliore olio d’oliva al mondo, non è rappresentata nell’ organismo internazionale dell’ olio.A questo punto per non essere trattati da servetti, converrebbe andarsene dalla organizzazione e non riconoscerne alcuna legittimità
L’olio tunisino puzza di merda appena lo scaldate in padella vi accorgete di cosa si tratta .