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Renzi: “Berlusconi indagato per stragi di mafia? Non c’è uno straccio di prova”

by Alessandro Della Guglia
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Roma, 27 set – “Sostenere 25 anni dopo, senza uno straccio di prova, che Silvio Berlusconi sia il mandante dell’attentato mafioso contro Maurizio Costanzo significa fare un pessimo servizio alla credibilità delle Istituzioni italiane. Di tutte le istituzioni” . A scriverlo è Matteo Renzi su Twitter. Il leader di Italia Viva palesa dunque una linea garantista a difesa della presunzione di innocenza.

L’ex sindaco di Firenze lancia poi una frecciata nei confronti di alcuni magistrati, mostrandosi perplesso per un’indagine su fatti piuttosto remoti. “Ho sempre detto che rispetto i magistrati e aspetto le sentenze definitive, quella della Cassazione. Confermo questo giudizio – scrive Renzi su Facebook – Ma vedere che qualche magistrato della procura della mia città da anni indaghi sull’ipotesi che Berlusconi sia responsabile persino delle stragi mafiose o dell’attentato a Maurizio Costanzo mi lascia attonito“.

Il Fatto e la “verità”

L’uscita dell’ex premier non è ovviamente piaciuta al Fatto Quotidiano, che come prevedibile conferma il piglio giustizialista e non esita a titolare: “Stragi di mafia, a Renzi non piace che si cerchi la verità”. A prescindere da tutto, la colpevolezza di Berlusconi è tutta da dimostrare e proprio per questo vi sono indagini in corso. Eppure per il quotidiano di Travaglio bisogna cercare “la verità”, non capire, come un giudice dovrebbe fare, se di questa si tratti.

“Dell’Utri – anche questo è di dominio pubblico – è stato condannato in primo grado anche nel processo sulla trattativa Stato-mafia a 12 anni di carcere”, scrive il Fatto. Peccato che “per Renzi – il cui zio Nicola ha lavorato con Mondadori e Fininvest tra la fine degli anni Ottanta e l’inizio degli anni Novanta – questo non è sufficiente, almeno per osservare il silenzio in attesa che l’indagine della Procura di Firenze si concluda”, tuona poi il quotidiano. Che strano, a noi sembra invece che ci sia una gara tra chi lo rompe continuamente il silenzio. E dire che in questi casi, a prescindere dalla facile ironia sui due personaggi in questione, dovrebbe essere quantomai sacro.

Alessandro Della Guglia

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