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Repubblica è un disco rotto: “Con l’alleanza rosso-bruna M5S-Lega tornano gli anni ’30”

by Valerio Benedetti
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Roma, 13 set – Secondo quello che Diego Fusaro ha definito giustamente «rotocalco turbomondialista», cioè Repubblica, l’asse tra Cinque Stelle e Lega salviniana si configurerebbe come un nuova «alleanza rosso-bruna». Parola del politologo Piero Ignazi. In sostanza, si tratterebbe di una «saldatura politica tra due mondi: quello delle preoccupazioni sociali e quello delle priorità nazionali. In altri termini, di una unione “nazional-socialista”». Sebbene Ignazi – per non cadere nel ridicolo – si affretti a precisare che non si può parlare di una «riedizione del passato», tuttavia «le pulsioni che animano questo incontro ricordano la sintesi rosso-bruna dei movimenti anti-liberali degli anni Venti-Trenta».
A sostegno delle sue affermazioni, Ignazi ricorre alla nota tesi del politologo israeliano Zeev Sternhell. Questi, nel suo Né destra né sinistra (tradotto in Italia nel 1984), individuava il fulcro dell’ideologia fascista nella sintesi tra nazionalismo e socialismo, ossia tra primato della nazione e interventismo sociale. Al di là del discorso di Sternhell, che è molto complesso e non unanimemente condiviso, rimane tuttavia un dato che manda in tilt la teoria di Ignazi e di Repubblica: Sternhell aveva a che fare con movimenti dichiaratamente rivoluzionari che, con fatti e parole, lavoravano a un sovvertimento dell’ordine liberale e parlamentare. Ebbene, tutto questo è totalmente assente sia nella teoria che nella prassi di Lega e M5S. Tra l’altro, in Italia già Craxi aveva dimostrato, con il suo «socialismo tricolore», di poter armonizzare patriottismo e istanze sociali, senza però sbarazzarsi del sistema democratico.
Insomma, il discorso di Ignazi è tutt’altro che convincente e, anzi, testimonia che la sinistra intellettuale è sempre più in difficoltà quando si tratta di interpretare una realtà che – è evidente – ormai le sfugge completamente. A ciò è da aggiungere un’ulteriore considerazione. I globalisti ci hanno spiegato per mesi che le forze populiste farebbero propaganda politica «soffiando sulle paure della gente». A ben vedere, però, è vero l’esatto contrario: i mondialisti non hanno fatto altro che parlare di «allarme razzismo», «marce su Roma» prossime venture, «minaccia dello spread», «reazione dei mercati», «ritorno del nazismo» e via delirando. Il problema, in poche parole, non è che gli italiani stanno diventando rosso-bruni o nazionalsocialisti. Il problema è che stanno semplicemente smettendo di credere a Repubblica.
Valerio Benedetti

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4 comments

Raffo 13 Settembre 2018 - 2:32

Sempre più marziano questo pseudo giornale comunistoide e parziale……….vi ricordate di Pamela??? Comunisti indegni.

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alessandra 13 Settembre 2018 - 3:02

possibile che non si possa denunciare repubblica? Non credo si sia mai visto un media comportarsi così nei confronti di n governo,attacchi continui,ingustificati,procurano allarmi sociali ventilando pericoli che non ci sono

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Commodo 13 Settembre 2018 - 5:55

Denunciare ” repubblica”?… Sarebbe come denunciare la magistratura attuale… O il capo della polizia…

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“Con la manovra torna l'autarchia”: ormai Repubblica vede il fascismo ovunque 31 Gennaio 2020 - 4:30

[…] – La fobia degli anni Trenta ha ormai invaso le menti preoccupate della redazione di Repubblica. Non è la prima volta, ovviamente, e con ogni probabilità non sarà nemmeno l’ultima. Nella puntata odierna, il […]

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