Roma, 29 mag – In effetti chiamare semplicemente “scintille” i botta e risposta tra Russia e Nato comincia ad essere riduttivo. Da anni ormai la tensione è ai massimi livelli e, sebbene non abbia ancora raggiunto il cosiddetto “punto di non ritorno” ci si è avvicinata enormemente. Le ultime risposte del presidente russo Vladimir Putin riportate dall’Ansa riflettono questo stato di cose non certo confortante. Il contesto è una conferenza stampa a Tashkent al termine di una visita in Uzbekistan.
Russia e Nato, la risposta di Putin all’ipotesi di armi dell’Alleanza per colpire Mosca
In realtà, l’ipotesi avanzata da Jens Stoltenberg di usare di far colpire agli ucraini la Russia in profondità usando le armi Nato non rappresenterebbe – in teoria – ancora il superamento del “punto di non ritorno” di cui parliamo, dal momento che sarebbe ancora una volta un’azione bellica avvenuta “per procura” affidata a Kiev e non un’azione diretta delle forze dell’Alleanza contro il Cremlino. Ma per il leader russo evidentemente non è così. Putin risponde in modo durissimo alla possibilità formulata dal segretario generale della Nato, parlando di conseguenze che saranno “serie”. Nel caso in cui si verifichi quella possibilità, infatti, Mosca riterrà la Nato direttamente responsabile degli attacchi.
“In passato non soffriva di demenza”
Putin ha anche detto ci “non comprendere” la logica di Stoltenberg, asserendo quanto segue: “Quando era primo ministro norvegese abbiamo discusso di varie questioni, e a quei tempi sono sicuro che non soffriva di demenza“. Ora però “non può non sapere” che utilizzare i missili Atacms o di altro genere contro il territorio russo necessiterebbe un ruolo diretto di tecnici Nato. Come risponderebbe la Russia resta il vero quesito. Il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, si è limitato a far sapere che “il comandante supremo”, cioè Putin, insieme ai vertici militari “stanno adottando contromisure adeguate e si stanno preparando”. Ma è rimasto sul vago. Secondo Putin, comunque, i Paesi che pagherebbero di più lo scontro tra Russia e Nato sono quelli “con un piccolo territorio ma con un’alta densità di popolazione”. E qui il riferimento non può non essere associato, oltre che agli stati baltici, anche a quelli “più ad Ovest”, come l’Italia.