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Salvini detta la linea politica ai 5 Stelle: “O Di Battista o il governo”

by Adolfo Spezzaferro
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Roma, 29 mag – Matteo Salvini detta anche la linea politica del governo verdegiallo. Alla riunione con i suoi parlamentari dopo l’incontro con il premier Giuseppe Conte, il leader della Lega è stato chiaro: “Se nei 5 Stelle prevalesse la linea della barricata e del no a ogni costo valuteremo, io voglio lavorare. La maggioranza c’è ed è questa”. Insomma no alle idee di Alessandro Di Battista, il “Che Guevara giramondo” dei pentastellati. Salvini ha ribadito ai suoi che è sua intenzione portare avanti il governo purché i 5 Stelle tornino alla linea di prima dell’inizio della campagna elettorale. Ossia a prima della svolta giustizialista e del muro contro muro su ogni proposta della Lega. Se questo non avverrà, tutto sarà messo in discussione. “Lo hanno visto anche loro – ha poi aggiunto, parlando sempre dei pentastellati – che la linea delle critiche e delle Procure non paga“.

“Avanti con l’Autonomia”

Avanti sul tema dell’autonomia regionale, senza mettere a rischio l’unità del Paese, avrebbe sottolineato il vicepremier. Del tema, come ha poi confermato ai cronisti, il ministro dell’Interno ha parlato stamane con Conte. Il via libera alle intese regionali resta in cima all’agenda della Lega, avrebbe poi spiegato ai suoi parlamentari, ma con il premier si sarebbe concordato di procedere con attenzione ai principi dell’unità nazionale.

“Bisogna vincere i ballottaggi alle comunali”

Non si deve mollare la presa – sarebbe stato infine il suo invito – e puntare a vincere i ballottaggi delle elezioni comunali. Il vicepremier, accolto da un applauso dei suoi, ha sottolineato l’importanza di non fermarsi alla vittoria delle Europee ma continuare a lavorare sul territorio per conquistare anche i Comuni al ballottaggio.

“Con Conte piena sintonia”

All’uscita dal vertice della Lega, Salvini ha evidenziato: “Con Conte c’è stata piena sintonia sulle tante cose da fare. Ma gli ho detto di fare presto e bene. Dobbiamo continuare come fatto negli ultimi mesi, considerando chiusa la parentesi delle polemiche e degli insulti dell’ultimo mese. Una cosa che considero elettorale. Certo che se continuano gli insulti non ci sono altre maggioranze…”, si andrebbe a votare.

“Teoricamente dovrei lavorare per andare al voto anticipato”

“Quali maggioranze? Io maggioranze con gli Scilipoti o i cambia-bandiera di turno non ne faccio. La maggioranza se c’è è questa. Per me c’è. Poi non commento le scelte degli altri partiti ma mi rifiuto di andare a pensare, di andare a raccattare tre senatori qui e dieci deputati là, non ci penso proprio…”. A chi gli chiede se in caso di crisi si andrebbe dritto al voto, Salvini ribadisce: “Io non me lo auguro. Vogliamo lavorare per altri quattro anni. Teoricamente dovrei lavorare per andare a votare perché – ragiona Salvini – dovrei pensare che raddoppio i voti e i parlamentari. Io vorrei continuare a lavorare bene come abbiamo lavorato in questi primi nove mesi di governo”. Insomma, Casaleggio, Grillo e soci sono avvertiti: se vogliono salvare il M5S devono confermare Di Maio. A tal proposito domani ci sarà il voto sulla piattaforma Rousseau.

Adolfo Spezzaferro

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