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Sea Watch, procura di Catania: “Sbarchino i minori”. No del Governo: “Hanno 17 anni”

by Ilaria Paoletti
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Roma, 26 gen – La Procura per i minorenni di Catania chiede che possano sbarcare i minori non accompagnati ospitati dalla Sea Watch, la nave della Ong olandese ferma in acque italiane a largo di Siracusa “per essere collocati in apposite strutture”.
La richiesta è giunta attraverso la procuratrice Caterina Ajello ed è contenuta in un documento inviato ai ministri dell’Interno Matteo Salvini e Luigi di Maio e dei Trasporti Danilo Toninelli, come anche al presidente del Tribunale per i minorenni di Catania e alla Procura generale etnea. I minori non accompagnati sarebbero 8 sui 13 totali presenti sull’imbarcazione.
Dal ministero dell’Interno la replica è un secco no: in realtà si tratta di ragazzi di 17 anni e mezzo.

Anche l’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza Filomena Albano ha chiesto con urgenza informazioni ufficiali sul numero delle persone di minore età eventualmente a bordo della “Sea Watch 3” indirizzando una comunicazione al Comandante generale della Guardia Costiera. La medesima lettera è stata corrisposta, per conoscenza, al Dipartimento libertà civili e immigrazione del ministero dell’Interno.
La nota della Albano si rifa al principio legislativo secondo cui “i minorenni non possono essere respinti e devono essere adeguatamente accolti”.
Nella lettera l’Autorità garante precisa che quelle richieste sono informazioni fondamentali perché possano essere messe in atto tempestive ed efficaci misure di accoglienza come stabilito dall’ordinamento giuridico italiano e dagli obblighi internazionali”.

Per ora i rappresentanti del ministero dell’Interno , che appaiono in accordo sulla questione Sea Watch, rimangono fermi sul no assoluto allo sbarco di questi 8 “minorenni” non accompagnati.

Ilaria Paoletti

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luis r. 26 Gennaio 2019 - 10:43

infatti, stranamente hanno sempre 17 anni e 300 giorni… naturalmente stando alle loro dichiarazioni e senza documenti a comprovare

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Raffo 26 Gennaio 2019 - 1:29

Per cui il potere giudiziario si erge a monarca assoluto e ordina lo sbarco dei minori……..ma chi cazzo sono questi codardi che impunemente si nascondono dietro la toga e dettano le direttive peggio dei dittatori…….??? Vi dovreste vergognare e pensare a mettere in galera mafiosi, trafficanti di droga e di esseri umani…….se non ci fosse da piangere ci sarebbe da piegarsi in due dalle risate……..per cui che cazzo conta per certi magistrati politicizzati sinistri il voto popolare……..????…..poi ci prendono pure per il culo parlando di repubblica democratica ……..siamo sotto scacco di una dittatura comunista gestita da una casta burocrate che gode di una vomitevole impunità.

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Tony 26 Gennaio 2019 - 4:48 Reply
giovanni bisognin 27 Gennaio 2019 - 6:04

27 genn.2019 – A proposito di minorenni….. innanzitutto finchè son minorenni la responsabilità è
dei loro rispettivi genitori, che ovviamente “senza documenti” dobbiamo accogliere come oro colato
ciò che dichiarano. A questo punto, chi ha pagato il l’imbarco a questi giovani? non credo si siano
trovati sul gommone percaso….. i genitori “come qui da noi” ovrebbero esserne responsabili in toto,
quindi colpevoli di caricare i propri figli ” e forse loro stessi” su un natante senza saper nuotare e
sprovvisti di salvagente! Mi sembre che queste persone sfidino la fortuna, affidandosi a dei negrie-
ri sconosciuti interessati solo all’incasso, portando sè stessi ed i loro cari al suicidio certo, consape-
voli dell’incerto approdo dopo l’attraversamento del di quel tratto di mediterraneo.
Penso che questi padri siano i primi a rispondere difronte alla legge per aver deciso di correre tale
rischio ai propri cari, e se minorenni mi sembra sia ancor più , indipendentemente di ciò che la Comu-
nità Internazionale cerca di dare. Non dobbiamo ignorare il fatto che chi arriva lungo le coste libi-
che, come clandestino ha attraversato il deserto libico e quindi come clandestino in Libia viene tratta
to. Ovviamente perchè vada tutto liscio all’interno della Libia c’è chi lo permette…….. quindi questa
migrazione non si capisce come percorra questi zone desertiche che luogo le uniche strade o carova-
niere non si incontrano ne chioschi con bibite fresche ne supermercati per rifocillarsi.
Chi ha un lavoro e volontà, ai Consolati Italiano all’Estero c’è sempre qualcuno disposto a dare noti-
zie ed aiuto, senza correre rischi e sprecare i propri risparmi.
Nel bel mezzo di questi deserti ho vissuto con altri connazionali, costruendo…. e vi garantisco che non
vedevamo l’ora di completare i contratti per ritornare. Deserto = niente… l’Oasi… dov’era?

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