Roma, 26 set – La sentenza della Corte Costituzionale, secondo cui “non è punibile” chi “agevola l’esecuzione del proposito di suicidio di un paziente tenuto in vita da trattamenti di sostegno vitale e affetto da una patologia irreversibile”, è salutata dal governo giallofucsia come un’occasione storica per “aggiornare” la legge in materia. “Ora si riparta in Parlamento. Dopo la pronuncia della Consulta, e con la nuova maggioranza politica, spero davvero che troveremo la serenità per fare una legge equilibrata, rispettosa di tutti gli orientamenti culturali e che tenda una mano a chi si trovi nella drammatica condizione di decidere della propria vita”, dichiara la presidente della commissione Giustizia di Montecitorio, la M5S Francesca Businarolo. “Dalla Corte si leva una parola chiara in favore della libertà di scegliere e della protezione della dignità personale – afferma la dem e paladina Lgbt Monica Cirinnà – adesso è il momento di agire, leggeremo con attenzione la sentenza e lavoreremo per dare risposta alla domanda di riconoscimento che proviene dal corpo dei malati”.
Binetti: “Rischio è che diventerà molto facile l’accesso al suicidio”
“In Italia oggi è possibile uccidere una persona e anche se la norma della Corte costituzionale fa riferimento alla consapevolezza del paziente, noi abbiamo davanti agli occhi quello che succede nei paesi che hanno aperto all’eutanasia, per cui possiamo prevedere che questa stessa norma verrà aggirata“, è l’allarme lanciato dlala senatrice di Forza Italia Paola Binetti. “Il rischio – aggiunge – è che una narrazione molto giocata sui casi pietosi, che meritano tutta la nostra sensibilità, diventerà una prassi che servirà a inaugurare un’epoca in cui sarà possibile aggirare i criteri dettati dalla Corte“. Anche perché, aggiunge la Binetti, “quando si parla di malati inguaribili, si può far riferimento a tante malattie diverse, ad esempio a pazienti con malattie degenerative, a situazioni in cui il dolore viene percepito come insopportabile… Insomma diventerà molto facile l’accesso al suicidio“. Per la senatrice, medico e docente universitario, si tratta “di una brutta pagina. Non a caso, prima che uscisse la sentenza, l’ordine dei medici aveva chiesto che non ricadesse sui medici la responsabilità del fine vita. Perché i medici considerano la morte un rivale da battere, non un alleato. Si stravolge così totalmente il senso profondo dell’agire medico“. E in termini di Servizio sanitario nazionale “questo vorrà dire letti, risorse economiche, lo stravolgimento della formazione dei medici… Vedremo che nei livelli essenziali di assistenza ci sarà la possibilità di prevedere il suicidio, magari basterà una crocetta. Davvero una brutta pagina“. Sui temi del fine vita, “si tratti di suicidio assistito o di eutanasia – osserva poi Anna Maria Bernini, presidente dei senatori di Forza Italia – spetta al Parlamento trovare una soluzione equilibrata, ed è dovere preciso delle forze politiche, anche alla luce della pronuncia di stasera, considerare la questione come assolutamente prioritaria”.
Salvini: “Contrario al suicidio di Stato: la vita è sacra”
Netto il giudizio del leader della Lega, Matteo Salvini: “Sono contrario al suicidio di Stato imposto per legge. Parliamo con le famiglie, con i medici, però la vita è sacra, da questo principio non tornerò mai indietro”.
Meloni: “Sentenza sconfitta per l’Italia e per la politica”
“La sentenza della Corte costituzionale è una doppia sconfitta”, spiega la presidente di Fratelli d’Italia. “E’ una sconfitta per la politica e il Parlamento, che hanno deciso di abdicare al loro ruolo e di non decidere. E’ una sconfitta per la nazione, perché quella dei giudici costituzionali è una decisione che apre un varco alla possibilità di legalizzare il suicidio assistito e introdurre l’eutanasia nel nostro ordinamento. E’ uno scenario preoccupante e sconcertante – avverte Giorgia Meloni – che Fratelli d’Italia contrasterà con forza e decisione. Per noi la vita è sacra ed è degna di essere difesa dall’inizio alla sua fine”, conclude.
Adolfo Spezzaferro
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