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Il tramonto del Pd. Calenda: “Partito finito”. Cacciari: “Scissione tra poveracci”

by Eugenio Palazzini
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Roma, 12 ago – Il Pd ha superato la lunga crisi interna annientando direttamente se stesso. Un partito che da tempo non esprime più una linea comprensibile e negli ultimi mesi si è retto soltanto sugli appelli disperati alle masse in fuga: votate noi per non votare gli altri. Sallusti, in un’intervista a Salvini pubblicata stamani su Il Giornale, ha fatto notare al leader leghista che la rottura con il M5S ha resuscitato Renzi. Si potrebbe dire al contempo che ha contribuito a rompere definitivamente i precari argini che tenevano ancora a galla il Partito Democratico.

Zingaretti invoca l’unità

“Voglio fare un appello all’unità del partito democratico perché di fronte ai pericoli che ci sono per la democrazia, sarebbe davvero sbagliato in questo momento dividerci o dare segnali in questo senso”, ha dichiarato Nicola Zingaretti. “Non credo sia possibile e credibile un’ipotesi che preveda un governo per fare la manovra da cui questo governo sta scappando per poi andare a votare – ha detto il segretario del Pd – questo sarebbe davvero un regalo a quella destra pericolosa che tutti vogliamo fermare. Apriamo la crisi e vedremo con Mattarella quale è la forma migliore più seria e credibile per salvare l’Italia”. Un appello all’unità di un partito che sembra però al capolinea. Le elezioni per Zingaretti sarebbero l’unico modo per togliersi di mezzo i renziani, che sono ancora in maggioranza tra i parlamentari dem. Sono viceversa da scongiurare per Renzi, proprio per questo motivo e perché ha di fronte la possibilità di tornare in sella.

Per Calenda il Pd è morto

Ma il Pd come lo abbiamo conosciuto fino ad oggi sembra acqua passata, almeno a sentire anche altri illustri esponenti del partito. “Il Pd è finito”, ha dichiarato Carlo Calenda ai microfoni di ‘Circo Massimo’, su Radio Capital. “Così com’è, è finito sicuramente. Dopodiché può decidere di andare oltre se stesso, rilanciarsi, ricostruirsi in qualcosa di diverso”, ha precisato Calenda. “Ci sono due Pd: uno ha i gruppi parlamentari e un altro ha il partito. Nell’ultima direzione ho proposto di creare una segreteria politica in cui la gente si guarda in faccia e prende una decisione comune. I primi a non volerlo sono stati i renziani. Renzi non si siede con nessuno, non prende la telefonata di nessuno e non discute con nessuno. Questa è la verità”, ha poi sentenziato l’ex ministro.

Cacciari parla di “scissione tra poveracci”

A rincarare la dose, sempre ai microfoni di ‘Circo Massimo’, è Massimo Cacciari. L’ex sindaco di Venezia esulta per la scissione a un passo: “Evviva, evviva, evviva, evviva. Sono sei anni che vado avanti a dire che in Italia c’è il divorzio e non è necessario andare avanti fino all’uxoricidio”. Cacciari precisa però che fatta “adesso è una scissione tra poveracci. Se ci fosse stata cinque anni fa, Renzi avrebbe potuto lavorare efficacemente nell’area berlusconiana, ancora esistente, e gli altri avrebbero ottenuto nei confronti dei Cinque Stelle e adesso invece del 20% avrebbero il 35″.

Il filosofo si è detto però contrario a un accordo di governo tra Pd e Cinque Stelle: “Sarebbe una sciagura, una iattura, bisognava da subito lavorare per un dialogo con il Movimento, non per un’intesa di governo ma per un dialogo politico, cioè creare le condizioni per cui all’esplosione della crisi tra Lega e 5 stelle ci sarebbe stata sul campo la possibilità di qualcosa di politicamente serio. Quando ha fatto le primarie, Zingaretti lo ha detto e poi non ha fatto nulla”. Insomma se il Pd come partito sembra essere al tramonto, i suoi esponenti se le suonano di santa ragione, tirando fuori una serie di proposte fumose e contraddittorie. Una triste resa dei conti.

Eugenio Palazzini

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2 comments

Giorgio 12 Agosto 2019 - 5:11

Aime’, leggo sul sito de Il Giornale che Salvini sarebbe intenzionato a rifare l’alleanza con Berlusconi … mi auguro che sia un titolo un poco “forzato” e solo una speranza del quotidiano di Mediaset.
La presenza di uno come Tajani (ex candidato premier di forza Italia), non sfigurerebbe nel partito di Soros/ Bonino, è respingente, meglio allora la Pascale o al limite piuttosto Dudu o Fufi (non ricordo il nome del cagnolino).
Ma soprattutto immaginiamo il palco del comizio finale con la Meloni e Salvini e …
O Salvini è masochista, o ha un “prezzo da pagare”, o è stato troppo in spiaggia senza il necessario berrettino!

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Commodo 13 Agosto 2019 - 4:03

“Scissione tra poveracci!” Sentenzia alla: “gadlerner” il filosofo dotato di laurea sindacale – pidiiessistica! Lui, naturalmente, si ritiene mooolto al di sopra dei “gerarchi” di quel partito senza il quale, è proprio il caso di dirlo, sarebbe un (non tanto) “illustre” sconosciuto. I topi, (e più sono TOPACCI, e peggio agiscono), prima di abbandonare la nave che affonda, le sputano, le pisciano e le cagano sopra.

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