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Tremate, Galli si auto-candida al Cts: “Sono a disposizione se c’è bisogno”

by Cristina Gauri
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Milano, 19 feb – Auto candidarsi al Cts, perché no: è l’idea che sta accarezzando l’infettivologo del Sacco di Milano Massimo Galli, che gli affezionati lettori del primato hanno imparato così bene a conoscere.

Galli aspira al Cts

L’apostolo del pessimismo pandemico che ogni giorno fa tremare gli italiani con le sue predizioni catastrofiche sul contagio si vedrebbe proprio bene ad occupare uno scranno al Comitato tecnico scientifico. Lo ha detto chiaramente in un’intervista a La Stampa: «Se ci fosse bisogno sarei a disposizione, ma sto bene anche al mio posto». Ma è chiaro che l’opportunità, nel caso vi fosse, gli fa gola.

La polemica sul “reparto invaso”

Velleità di entrare nel Cts a parte, Galli interviene sulle polemiche, innescate nei giorni scorsi, sulla sua dichiarazione a proposito del «reparto invaso dalle varianti». Dichiarazioni poi categoricamente smentite dal Sacco, che lo ha zittito così: «Sono 6 i pazienti positivi alla variante inglese su un totale di 50 casi all’ospedale Sacco di Milano». Sei pazienti, un numero decisamente esiguo che non fa di certo pensare a un’«invasione» della variante. «Tali affermazioni al momento attuale non rappresentano la reale situazione epidemiologica all’interno del presidio», ha tagliato corto l’Asst.

Ha mentito a fin di bene

Ebbene Galli, con tutta la nonchalance di cui può essere capace, non si scusa ma minimizza così: «Ho usato un’espressione colorita». E poi rilancia: «ma sono anche irritato da continue domande su questioni ovvie. Il problema è che tutti, compreso io, vorremmo essere liberi, mentre finché non affronteremo seriamente la pandemia non ne usciremo. È da dicembre che col mio gruppo di ricerca approfondiamo le varianti perché avevamo intuito che sarebbero diventate un problema». Ha mentito «a fin di bene», in pratica, e perché le questioni ovvie lo infastidiscono. 

Amicone di Speranza

Insomma, per l’aspirante candidato al Cts Galli il fine giustifica il terrorismo, perché il pericolo varianti c’è ed innegabile. «Tra due settimane sarà chiaro a tutti che la variante inglese sarà prevalente, mentre ora è solo un dato di laboratorio». Notizia inquietante, l’infettivologo ha poi rivelato di essere in assiduo contatto con il ministro della Salute Roberto Speranza: «Da qualche giorno mi onora delle sue telefonate e di seguire alcune mie indicazioni, ma non vorrei sembrasse che me ne vanti». No, assolutamente. Non l’avremmo mai pensato.

Cristina Gauri

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1 commento

mario1232016 20 Febbraio 2021 - 2:08

Ormai è come se fosse una star, in televisione, soprattutto su Rai3 lo vedo spesso. Sempre al centro dell’attenzione grazie al Covid(prima moltissimi nemmeno lo conoscevano). Non mi stupisce che sia tentato anche da tale “opportunità”.

Per l’altra questione:
Mi sembra che abbia, spesso, usato toni “più coloriti di altri”, su questi argomenti. Se per assurdo, volessi fare una trasmissione e terrorizzare la gente, convincerla a chiudersi in casa, inviterei sicuramente lui..

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