Home » Utero in affitto, la sinistra non accetta le decisioni dei giudici: “Bambini vanno trascritti”

Utero in affitto, la sinistra non accetta le decisioni dei giudici: “Bambini vanno trascritti”

by Alberto Celletti
2 comments
sinistra giudici

Roma, 3 apr – La sinistra che spesso è coccolata dai giudici non accetta le decisioni dei giudici quando non sono gradite. E così, insiste, come ogni buon soggetto viziato che si rispetti. Dopo il secco “no” rimediato dal ministro della Famiglia Eugenia Roccella alcuni giorni fa riguardo presunti “incontri riparatori” richiesti dai sindaci fucsia, dal mondo piddino e affiliato vengono fuori altri strepiti sulla trascrizione dei bambini nati all’estero, rigettata dalla Cassazione ma non accettata dai primi cittadini ideologicamente orientati.

La sinistra che piange per le decisioni dei giudici

Alla sinistra, dunque, vanno bene i giudici solo fin tanto che dicano ciò che è a loro gradito. In caso contrario, le lagne sono scontate. Gridando magari al classico Medioevo, all’arretratezza. Le dichiarazioni del sindaco di Milano Beppe Sala vanno in quella direzione. Perché Sala, esattamente come il resto della sinistra arcobalenata, vuole a tutti i costi registrare i nomi dei bambini nati all’estero e affidati a coppie omosessuali. Bambini praticamente sempre frutto della “operazione” dell’utero in affitto. Così il sindaco non solo va a Bruxelles per denunciare la questione al Parlamento europeo, ma presenzia in tv, ospite di Lucia Annunziata a Mezz’ora in più, per insistere sul presunto scandalo. “Questo è un governo che ci vuole portare indietro”, ha detto, aggiungendo altri classiconi in ordine sparso, come “il mondo è cambiato” o il “lo dico da cattolico”: “Le trascrizioni di figli omogenitoriali, lo dico da cattolico, vanno fatte. Se la società cambia, devo farci conto”.

Mentre l’Italia si impoverisce, i fucsia pensano alle coppie arcobaleno

E’ un classico di Partito democratico e soci interessarsi di questioni d’élite. D’altronde, quando al Nazareno rimediarono la pesante sconfitta alle elezioni del 25 settembre scorso, tra le presunte autocritiche ci fu quella di Alessia Morani che metteva al centro non i problemi di disoccupazione e di deindustrializzazione che affliggono il Paese da decenni, ma il Ddl Zan che non era stato approvato. Insomma, una questione vitale. Il radical chic è del resto è una figura tipicamente lontana dai bisogni reali della società. Fa riflettere quanto essa rappresentasse un tipico personaggio cittadino ma non decidente, un tempo, mentre oggi essa sia ben presente nelle istituzioni. Senza contare l’ipocrisia sulla questione dell’utero in affitto. Ufficialmente Pd e soci se ne dicono contrari. Non potrebbero fare diversamente, visto l’orrore incontrovertibile della pratica. Poi, però, promuovono tutto ciò che ne può favorire la diffusione, dal sopracitato Ddl Zan fino alle registrazioni di bambini che ne sono diretto parto.

Alberto Celletti

You may also like

2 comments

fabio crociato 3 Aprile 2023 - 1:28

Dal prete operaio al prete sindaco… han fatto passi da gigante, camaleontici, gli “amici” classisti, profondi atei considerata la loro preparazione sul Medioevo pezzo unico, sul cattolicesimo a sacramenti decurtati e sulla natura umana manipolabile per interessi porci.

Reply
ol, 3 Aprile 2023 - 1:30

è normale … sono 80 anni che questo branco di cani cerca di imporre la dittatura alternativa…

Reply

Commenta

Redazione

Chi Siamo

Il Primato Nazionale plurisettimanale online indipendente;

Newsletter

Iscriviti alla newsletter



© Copyright 2023 Il Primato Nazionale – Tutti i diritti riservati