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Primati italiani nel 2014: tanto tricolore nelle scoperte della fisica

by Cesare Garandana
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Physics WorldRoma, 29 dicIl bilancio di quest’ultimo anno non è certo roseo per questo Paese, ma l’Italia non è quel Paese destinato al fallimento come molti vorrebbero farci credere. Se prendiamo ad esempio la classifica dei 10 migliori risultati raggiunti dalla fisica mondiale redatta ogni anno dalla rivista inglese Physics World, scopriamo che il Belpaese occupa non solo la vetta della classifica ma anche altri posti di riguardo.

Rosetta_Philae2Il primo posto viene conquistato dalla missione Rosetta, considerata dagli esperti come una vera e propria pietra miliare dell’esplorazione del cosmo. Il progetto anche se internazionale, ha visto un grosso interessamento dell’ L’Agenzia Spaziale Italiana (ASI) e di Finmeccanica che ha realizzato numerosi strumenti e sistemi di bordo, così come i sistemi di controllo e navigazione. Eè anche grazie a loro che la sonda è riuscita a raggiungere la cometa 67P/Churyumov–Gerasimenko, dopo un viaggio di oltre 10 anni ad una distanza 511 milioni di km dalla Terra, ed a far sbarcare il lander Philae.

Un altro progetto importante condotto da Sebastiano Cantalupo e Piero Madau della University of California di Santa Cruz (Usa). in collaborazione Fabrizio Arrigoni Battaia del Max Planck Institut für Astronomie di Heidelberg (Germania) che hanno scoperto la distribuzione disomogenea della massa nell’universo studiando le radiazioni ultraviolette emesse da una stella Quasar. Secondo il loro studio infatti la massa non sarebbe distribita egualmente nello spazio ma secondo una struttura che assomiglia ad una rete di filamenti che si sarebbe formata all’incirca 380.000 anni dopo il Big Bang.

La ricostruzione dell’esplosione di una supernova, usando il laser più potente del mondo, ha consentito al ricercatore italiano Gianluca Gregori, dell’univeristà di Oxford (UK), di entrare a pieno titolo nella classifica.

info_borexino_sole_2014Infine, ma non ultimo, il progetto internazionale Borexino, atto a ruilevare e studiare i neutrini solari in un laboratorio dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucrelare INFN del Gran Sasso, dove l’Italia ha svolto il ruolo di capo progetto che ha consentito di stabilire la stabilità delle attività solari negli ultimi 100.000 anni. Il progetto ha visto l’impegno di circa 80 tra ricercatori e tecnici in una galleria scavata sotto 1.400 metri di roccia ed ha misurato il flusso di 66-67 miliardi di neutrini per centimetro quadrato al secondo che colpisce la Terra.

Non solo un popolo di pizzaioli ed intrattenitori dunque, come ci vorrebbero in molti, ma leader in uno dei campi più importanti della scienza. Forse dovremmo ricordarcene più spesso.

Cesare Dragandana

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