Stando ai dati sui sequestri di cannabis in Europa, il tasso di thc negli anni è andato in crescita, mostrando una linea di mercato tendente a preparati cannabinoidi più “carichi di thc”. Questo renderebbe ragione del fatto che gli effetti della cannabis, considerati socialmente tollerabili o addirittura “liberatori” come quelli di un qualsiasi disinibente blando e di eccitante da compagnia, si siano invece spostati verso quelli di una sostanza con effetti molto più dirompenti sulla psiche, e all’aumentare dei casi di allucinazioni e deliri tra i giovani consumatori. Parallelamente a questo fenomeno è proseguita la sperimentazione della cannabis terapeutica, o meglio dei cannabinoidi terapeutici, che non necessariamente prevedono l’impiego della pianta o di suoi estratti. La ricerca ha individuato proprietà potenzialmente utili per varie sostanze, anche il thc. Esiste un medicinale per via orale a base di thc, ad esempio, che ha la non secondaria caratteristica di rendere il composto ad assorbimento lento, a differenza di quanto accade con l’inalazione dell’erba, e quindi ad impatto diverso con il sistema nervoso.
C’è poi il cannabidiolo, contenuto in questo “non-spinello” elettronico, considerata come la correzione naturale al thc, che ha proprietà benefiche anche di tipo psichiatrico, e sembra invece priva di azioni dannose in questo senso.
L’uso medico e le proprietà benefiche sulla mente sono divenute un argomento posticcio da parte dei sostenitori della canapa libera, e di fatto sono un boomerang per chi voglia scendere sul terreno della discussione scientifica, poiché si basano proprio sulla manipolazione farmaceutica della pericolosità del thc (con il rilascio orale controllato) o la scelta di componenti non tossiche della cannabis, diverse dal thc, o ancora di varianti botaniche a basso tenore di thc, come nel caso di alcune sperimentazioni di marijuana terapeutica.
La notizia è che, prima ancora della medicina pubblica, sia una ditta privata a vendere, forse facendo leva anche su un iniziale equivoco, un prodotto a base di cannabinoide “terapeutico”. In questo modo i malati in teoria potrebbero utilizzare la sigaretta al cannabidiolo in maniera slegata dal sistema sanitario. Una cosa simile è avvenuta con la sigaretta elettronica, dimostratasi efficace contro la dipendenza da nicotina ma di fatto non equiparata per i malati ad un presidio terapeutico.
L’Azienda, che dichiara l’innocuità del prodotto e la sostanziale alterità rispetto allo spinello, con un mercato potenziale rivolto quindi, magari dopo un iniziale boom da equivoco, a consumatori che si auto-curano. Il ministro della Sanità francese sostiene che la diffusione di questo prodotto incoraggerebbe all’uso della cannabis, promuovendone l’immagine forse, e il problema sta proprio qui: la latitanza dello Stato nel prendere posizioni chiare, non solo di tipo legale, sulla pericolosità della cannabis e sulla sua immagine sociale, per poi accanirsi contro questi semplici equivoci. Ricorda la situazione italiana, con ricercatori e medici impegnati nello studio dei cannabinoidi medici, e nella cura delle malattie da cannabis, mentre i sindaci di grandi città autorizzano cortei pro-cannabis, ad altissimo tasso di thc, tollerano la diffusione di immagini della foglia di canapa in qualunque versione, dal pendaglio alla maglietta, per poi avere mille dubbi e porre mille regola di alla sperimentazione medica del cannabidiolo e sostanze simili. Anzi, nella nostra sanità ha fatto prima ad arrivare l’erba medica che non i farmaci cannabinoidi, tanto l’immagine dell’erba è stata promossa, anche se è diversa da quella “ricreativa”.
Speriamo a questo punto con queste righe di aver resuscitare l’informazione morta sotto il titolo di “spinello elettronico”, almeno su questa testata.
Matteo Pacini
1 commento
Benche io sia di estrazione di destra ed ho sempre condannato l’uso delle droghe, caro Pacini se non era per la maryuana io ero relegato a letto. Ora posso camminare, tra ancora dolori, ma riesco anche ad avere una vita quasi normale. Questa e la mia testimonianza. Non volevo usarla, ma la mia disperazione mi ha portato ad accettare i proventi farmacologici della stessa erba.