Nonostante sia relativamente da poco tempo che l’Italia ha “scoperto” la fibra ottica, grazie ai lavori attuati dal Piano Nazionale per la Banda Ultralarga siamo riusciti nel corso dell’ultimo anno a navigare in modo nettamente migliore. Secondo i dati messi a disposizione dalla società Ookla, difatti, nel 2017 le famiglie dello Stivale hanno navigato ad una velocità superiore dell’85% rispetto all’anno precedente. Lo stesso report, tuttavia, sottolinea anche un certo ritardo del nostro paese nei confronti del resto dell’Europa.
Banda Ultralarga: la situazione italiana e quella europea
Nonostante il già accennato aumento delle velocità di navigazione, l’Italia rimane infatti tra i fanalini di coda europei, tanto per la qualità del segnale, quanto per il numero di connessioni veloci sul nostro territorio.
Secondo la classifica stilata da Ookla, siamo addirittura 47esimi in graduatoria con una media di velocità di poco superiore ai 31 Mbps. Non siamo poi così lontani dalla media mondiale (40 Mbps), ma ciò non significa che la situazione sia positiva. Oggi, nel mondo, si trovano paesi come Singapore che navigano a 150 Mbps.
Nel frattempo, anche se a bassa velocità, continua comunque ad aumentare il numero di famiglie connesse a internet nel nostro paese, che lo scorso anno sono arrivate a raggiungere il 71% del totale con un aumento pari al 2%. Un risultato raggiunto anche grazie al fatto che negli ultimi anni, grazie alla tecnologia LTE utilizzata da compagnie come Linkem, molte più famiglie che abitano lontano dai centri abitati sono riuscite ad avere internet a casa anche in luoghi dove la normale rete cablata non arriva.
Piano Banda Ultralarga: margini di miglioramento in Italia
Ingenti margini di miglioramento nella copertura del nostro paese sono comunque previsti grazie all’attuazione del Piano Banda Ultralarga: il progetto che prevede la copertura dell’85% del territorio con il segnale 100 Mbps, entro il 2020. Per quanto riguarda invece le connessioni standard a 30 Mbps o superiori, si prevede la copertura totale entro il medesimo anno.
Finora il MiSE ha già programmato 4mila interventi, dei quali circa 3mila sono già stati completati con successo, portando in 4 anno a un netto miglioramento in molte regioni italiane. Basti pensare alla Calabria, alla Puglia e alla Sardegna, ove sono stati realizzati la gran parte dei cantieri e che ora hanno un tasso di copertura tra il 50% e il 60%.
Nel corso dell’anno è inoltre cominciata la seconda fase del Piano, la quale mira a portare la connessione veloce a 8 milioni di famiglie con ulteriori investimenti pari a 2,2 miliardi di euro, che permetteranno di portare la Banda Ultralarga anche all’interno delle cosiddette aree bianche.
Nel 2017 abbiamo navigato l’85% più veloci, ma la strada da percorrere è ancora lunga
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