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Auguri a Renato Zero: anti aborto e poco gay friendly, 71 anni da vero trasgressivo

by Ilaria Paoletti
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Renato Zero

Roma, 30 sett – Renato Zero non ha mai fatto outing, non gliene è mai fregato niente di dirci cosa fa o non fa nel privato. Il re dei sorcini ha sempre parlato attraverso la musica e i costumi. Lui ama il suo popolo e il suo popolo ama lui, questa è sempre stata la chiave del suo successo. Quando gli hanno “chiesto” di allinearsi all’egemonia corretta, non lo ha mai fatto. Né nel ’68, come nel 2021. Per i suoi 71 anni ripercorriamo un po’ tutte le sue uscite più sincere e “scorrette” che lo hanno reso nel tempo inviso alla comunità gay.

Renato Zero fa a pezzi Achille Lauro

Achille Lauro l’erede di Renato Zero? Anche no.“Achille Lauro riesce ad affermarsi con poco. Io mi sono fatto il mazzo. Cantavo la periferia, non ero un clown”, questa l’opinione del Re dei Sorcini che ha rifiutato l’accostamento con il rapper. “Con le piume e le pailettes non giocavo certo a fare il clown della situazione, ma cercavo di attirare l’attenzione su di me per permettere alle mie canzoni, che trattavano argomenti delicati e pesanti, di fare breccia”, dice Renato Zero.

Renato contro la “monnezza americana”

Il “folle” ne ha anche per le principali etichette discografiche: “Se le mie canzoni non piaceranno, si farà presto a togliere i dischi. Ma restituiamo al pubblico la possibilità di scegliere, al di là delle spinte delle major” che “fanno soldi in Italia, ma li reinvestono fuori e non valorizzano la musica italiana”. E bacchetta pure le radio: “Nel nome del target, non passano le mie canzoni. De André, Guccini, Lauzi, Battiato sono stati abbandonati dalle radio che non danno la possibilità di ascoltare chi in questo Paese ha cantato alto. La monnezza la lasciassero agli inglesi e agli americani che a casa loro mettono musica buona, a noi ci mandano lo spezzatino”.

In occasione dell’uscita del suo disco Zero il Folle, il re dei sorcini dilettò con la sua anticonformista visione del mondo come, ad esempio, la sua strenua opposizione alla pratica dell’aborto: “Lo condanno quando viene usato come anticoncezionale” disse il cantante alla presentazione dell’album. Niente di nuovo, non è la prima volta che l’artista si dice contrario: d’altronde, nonostante la sua eccentricità e i gossip sulla sua persona, Zero ha sempre rifiutato etichette e coming out vari – nonostante facesse negli anni settanta cose che gli alfieri del mondo Lgbt, che gridano alla persecuzione  ogni tre secondi, non avrebbero mai avuto il coraggio di fare. Già nel 2017, si schierava apertamente contro l’utero in affitto: “Quando mettiamo al mondo un essere non ne siamo proprietari, abbiamo solo favorito il suo intervento sulla terra, e questi bambini, tolti alle madri dopo il parto, non sono orfani, ce l’hanno una mamma ma non sapranno mai chi è” dichiarava il cantautore ad Avvenire. Volere la fotocopia di se stessi non è essere genitori, desiderano un figlio da amare? Esistono milioni di bambini che muoiono di inedia e solitudine, li adottino, io l’ho fatto“.

Il rapporto spinoso con la comunità Lgbt

Nel 2016, ospite a Sanremo, con Carlo Conti Zero parlò un po’ di tutto, dall’uscita del nuovo album Alt alle frecciatine  contro le ultime romane che non hanno permesso la realizzazione di “Fonopoli”, la città della musica sognata e progettata dal cantautore. Renato Zero ha poi in parte preso una posizione decisamente in controtendenza rispetto a quello che fino ad allora era stato l’impianto propagandistico del Festival a favore dell’allora ddl Cirinnà sulle unioni civili, tanto che la Concia gridò allo scandalo, sostenendo che “almeno un nastro con l’arcobaleno” Zero poteva metterselo.

“Carceri? Piene di stranieri”

In un’intervista all’Huffington Post del 2013, poi, Renato Zero trovò anche il modo di far incazzare pure gli antirazzisti:“Le carceri hanno cominciato ad affollarsi grazie alla presenza degli stranieri”, ha detto il cantante. Inoltre, a proposito dell’emergenza immigrazione, ha spiegato: “Non possiamo continuare ad assorbire l’arrivo di persone da altri paesi non avendo le strutture adeguate per riceverle: case, lavoro, assistenza. Noi, in quanto italiani, abbiamo tutto il diritto di preservare i nostri figli garantendo loro un’istruzione ed un’assistenza sanitaria adeguate, ma dall’altro lato c’è questa Europa che fa tanto la signora, soprattutto tedeschi e francesi, che però si defilano davanti al problema: perché non si accollano anche loro l’assorbimento di questi flussi migratori di extracomunitari? Onestamente noi abbiamo da risanare delle situazioni talmente arretrate che non ce la facciamo ad accogliere tutte queste persone”.

Ilaria Paoletti

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Sergio Pacillo 30 Settembre 2021 - 6:24

Chi me lo diceva a me che nel 2021 si sarebbe partito da zero!

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