Roma, 13 sett – Si procede spediti verso le elezioni del sindaco di Roma e anche Michela Murgia si getta nella bagarre, accusando Calenda, candidato di Azione, di essere un bieco maschilista. La ragione? Non ha messo il cognome di una sua candidata in una locandina promozionale. Ma a replicare alla Murgia ci pensa la stessa “misteriosa” Cecilia …
Murgia vs Calenda il “maschilista”
Carlo Calenda, leader di Azione, è in piena campagna elettorale, così come i suoi concorrenti. Tra i candidati che porta a Roma c’è la rappresentante del Consiglio d’Istituto del Liceo Righi, Cecilia Frielingsdorf. Non riuscite a pronunciare il cognome per bene? Benvenuti tra di noi. Ecco perché lo staff di Calenda ha optato per un più confidenziale ma più semplice “Cecilia” in una locandina promozionale per un evento vicino a villa Ada.
Lo decide lei come si deve chiamare una candidata
Michela Murgia appena ha visto la locandina ha pensato che si trattasse di pane per i suoi denti di pasionaria del femminismo e subito si è schierata contro Calenda, arido maschilista: “Per la categoria donne di cui non sapremo mai cognome, Carlo Calenda apre la campagna elettorale con Cecilia”. Passa poi a fare l’esempio di Elly Schlein, ora vice presidente della Regione Emilia-Romagna, che ha basato l’intera campagna elettorale proprio sul suo cognome: “Si scrive Schlein” si leggeva sui manifesti. “La difficoltà del cognome non è una motivazione valida”, per la scrittrice sarda.
La replica di “Cecilia”: “Giudicami per le mie idee”
Evidentemente nessuno ha pensato alla libertà di opinione e financo al libero arbitrio della stessa candidata che, se non avrà un cognome sulle locandine, ha senz’altro una voce: “Gentile Michela Murgia e cari elettori, mi chiamo Cecilia Frielingsdorf” scrive la candidata di Calenda su Twitter. “Per semplificare la possibilità di votarmi sono stata iscritta alle liste elettorali come Cecilia Frielingsdorf detta CECILIA. Spero di essere giudicata per le mie idee e non per il mio cognome”. Nome e cognome che saranno anche sulla scheda elettorale, così come successe per Elena Ethel Schlein: sulle schede c’era scritto “detta Elly”. La Murgia se ne facesse una ragione, a volta una decisione che non le piace la può prendere anche una donna.
Ilaria Paoletti
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[…] arrivata ieri, quando già la Michelona nazionale aveva dato tristo spettacolo di sé fustigando Carlo Calenda, candidato di Azione per le amministrative capitoline, accusandolo di essere un bieco […]
[…] arrivata ieri, quando già la Michelona nazionale aveva dato tristo spettacolo di sé fustigando Carlo Calenda, candidato di Azione per le amministrative capitoline, accusandolo di essere un bieco […]
Questa sa solo emettere dei sonori rutti. Qualcuno le insegni a parlare, poi per scrivere ci vorrà una cultura aggiuntiva ma manca ancora tanto tempo.