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L’addio di Gerrard al Liverpool. Storie di un calcio che non c’è più

by Lorenzo Cafarchio
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Steven-Gerrard-Liverpool-WarriorLiverpool, 2 gen – Tutto il mondo dello sport si è fermato per un istante. Con il fiato sospeso ed una lacrima sul volto. Steven Gerrard a fine stagione dirà addio al Liverpool per cimentarsi con una nuova casacca. La stampa britannica, già nella giornata di ieri, aveva parlato di questo clamoroso “goodbye” e il sito ufficiale dei i “Reds” oggi ha rilanciato la notizia.

Questa è stata la decisione più difficile della mia vita, con la mia famiglia ne abbiamo parlato per un bel po’ di tempo. Lascio la Premier, non giocherò per un club concorrente, non sfiderò il Liverpool, una cosa che non avrei potuto mai contemplare”. Con questa nota Gerrard ha voluto spiegare le ragioni della sua scelta. Del resto il numero 8 e capitano degli scousers, dopo il mondiale brasiliano aveva detto addio anche alla maglia della nazionale parlando di una decisione dettata dalla sua condizione fisica, l’avanzare dell’età e la volontà di fare del suo meglio con la divisa del Liverpool.

Per lui, fino a questo momento, 17 stagioni in maglia “Reds”, 695 partite, 180 segnature, 10 trofei, tra i quali spicca la Champions League 2005 in quella pazza finale di Istanbul contro il Milan, ma mai una Premier, mai uno scudetto. Accarezzato la scorsa stagione, ma il “fatal” Mourinho si mise di traverso tra il capitano della Kop e un sogno che a Liverpool manca dall’anno 1989-90. Mou, nemico storico di Gerrard, che nel 2005, nell’estate del Merseyside campione d’Europa, lo cercò per potarlo al Chelsea, ma il capitano rifiutò dicendo che non voleva lasciare la squadra che aveva appena alzato la coppa dalle grandi orecchie. “Ha ragione, ma tra dieci anni conteremo quanti trofei avrà vinto il Liverpool e quanti il Chelsea. E Gerrard avrà perso”. Lo “Special One” lapidario e preciso, ma l’amore, l’essere il condottiero, riconosciuto, da parte di un popolo non si può compare con i fantamiliardi.

Qualcuno potrebbe parlare di una bandiera ammainata, ma Steven Gerrard da Whiston, classe 1980, invece resta l’emblema di un calcio da sapore antico, un calcio fatto di uomini, di palloni da spingere in rete e da gente pronta a sostenerti in ogni occasione e in ogni momento. Il suo futuro prossimo potrebbe essere negli U.S.A., si parla dei New York Bulls e dei Los Angeles Galaxy, ma l’eternità invece sarà ad Anfield Road. “Quando staranno per terminare i miei giorni, non portatemi in ospedale, ma ad Anfield. Qui sono nato e qui voglio morire”. Gerrard e Liverpool una storia che non finirà mai.

Lorenzo Cafarchio

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