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Hakan Sukur, da bomber della Turchia ad autista di Uber: “Erdogan mi ha rovinato”

by Eugenio Palazzini
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Hakan Sukur

Roma, 14 gen – E’ il bomber più prolifico della nazionale turca, detentore del record del gol più veloce ai Mondiali (rete dopo 10 secondi e 8 centesimi in Turchia-Corea del Sud 2002), storica bandiera del Galatasaray e forse il calciatore turco più famoso di sempre. Parliamo di Hakan Sukur, stella del calcio e giocatore simbolo di un’intera nazione. Eppure oggi, il “Sole dell’Anatolia”, così come veniva chiamato in patria, è caduto in disgrazia. Sukur è infatti costretto a vivere da esule negli Stati Uniti a causa della sua opposizione al governo del “sultano” Recep Erdogan. A raccontare la sua parabola discendente è lo stesso ex calciatore in un’intervista al giornale tedesco Welt am Sonntag in cui sostiene di essere perseguitato dal governo di Ankara.

E dire che dopo aver appeso le scarpette al chiodo nel 2008, dopo tra l’altro una serie di esperienze in squadre anche italiane (Torino, Inter e Parma), Sukur fu eletto al parlamento turco tra le fila dell’Akp, il partito di Erdogan. Nel 2013 però decise di uscirne in seguito allo scandalo corruzione che travolse esponenti del governo e da allora ha iniziato a pagare sonoramente le sue posizioni di aperta dissidenza nei confronti del “sultano”. Dal 2016 sulla testa dell’ex bomber pende pure un mandato di arresto da parte delle autorità turche, perché considerato sostenitore di Fethullah Gulen, oppositore di Erdogan che vive negli Stati Uniti.

Dai Mondiali a Uber

Come raccontato da Sukur al giornale tedesco che lo ha intervistato, da tre anni i suoi beni sono stati congelati dalla Turchia. Ma non solo: “Il negozio di mia moglie era stato preso a colpi di pietre, i miei figli sono stati aggrediti per strada, io venivo minacciato per ogni affermazione che facevo”, ha raccontato l’ex calciatore. Quando poi nel 2015 Sukur provò a rifarsi una vita aprendo un locale in California “veniva strana gente a suonare la dombra”, uno strumento musicale a cui sovente l’Akp prende ad esempio come simbolo dell’autentica musica turca.

Dopo il congelamento dei beni e diverse intimidazioni ricevute, ora Sukur è costretto a fare l’autista Uber a Washington. “Non ho più nulla, Erdogan mi ha preso tutto. Quando sono andato via dalla Turchia – ha detto l’ex stella del calcio – hanno arrestato mio padre e mi hanno confiscato tutto quello che avevo. Mi hanno portato via anche la libertà, il diritto alla parola, anche il diritto al lavoro”.

Eugenio Palazzini

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1 commento

Cesare 15 Gennaio 2020 - 2:38

Almeno la gente capirà meglio chi è Erdogan, un islamista dei fratelli musulmani che finanzia i terroristi in Siria e che recentemente si è preso un pezzo di mediterraneo illegalmente con l’accordo turco libico

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