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Triathlon britannico, addio trans in categoria femminile: un altro colpo alla dittatura inclusiva

by Cristina Gauri
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triathlon trans

Londra, 8 lug — Almeno il triathlon in Gran Bretagna «s’è desto» contro la dittatura dell’inclusività trans che penalizza pericolosamente le donne nello sport (e non solo): secondo quanto riportato dal MailOnline, sarebbe infatti il primo sport britannico a vietare a tutte le donne trans di gareggiare in competizioni femminili d’élite e non. In aggiunta, il triathlon britannico cambierà la propria categoria maschile in «open», a cui potranno partecipare tutti gli atleti trans e ovviamente, gli uomini: anche in questo caso si tratta di una novità assoluta nello sport. La nuova politica entrerà in vigore a gennaio in sostituzione delle vecchie linee guida stabilite nel 2018, che consentivano ai trans di competere in categoria femminile previo controllo del testosterone.

Il triathlon britannico dice addio ai trans in categoria femminile

Due i punti fondamentali su cui si basa la decisione. «Abbiamo concluso che il triathlon è uno sport influenzato dal sesso biologico e ciò significa che gli atleti nati maschi hanno un vantaggio rispetto alle atlete nati femmine: questo vantaggio è significativo nel nuoto, in bicicletta e nella corsa», ha affermato Andy Salmon, amministratore delegato del British Triathlon. «Riteniamo inoltre che i vantaggi fisiologici vengono mantenuti dalla soppressione del testosterone», dichiarazione fondamentale (e coraggiosa) che mette un punto fermo alla questione che ha infiammato il mondo dello sport negli ultimi anni. Abbassare al minimo i livelli di testosterone non basta, se l’atleta ha conservato la struttura fisica maschile. Non ci voleva una laurea in astrofisica per capire un concetto così semplice — o forse sì? — ma tanto, tanto coraggio.

Categoria femminile e “open”

«La nuova politica prevede l’esistenza di due categorie: una categoria femminile, che sarà aperta alle atlete nate femmine, e una categoria open, aperta a tutti gli atleti, compresi gli uomini e gli atleti transgender», ha proseguito Salmon. «Per quanto riguarda le competizioni internazionali, solo le atlete biologicamente donne potranno rappresentare la Gran Bretagna, l’Inghilterra, la Scozia o il Galles nelle gare di categoria femminile». I vertici di British Triathon si dichiarano «incredibilmente orgogliosi della nostra tradizione e del nostro principio chiave dell’equità di genere. Abbiamo una solida copertura legale e riteniamo che la nostra politica sia corretta».

Le nuove regole saranno applicate a qualsiasi competizione a tutti i livelli, vale a dire tutte le gare per atleti di età superiore ai 12 anni. L’annuncio del British Triathlon arriva una settimana dopo l’appello del segretario alla Cultura Nadine Dorries, la quale aveva convocato un vertice in cui esortava tutti gli organi governativi dello sport a vietare agli atleti trans di gareggiare contro le donne. Una piccola rivoluzione iniziata con la decisione della Federazione internazionale nuoto di vietare ai trans che avevano superato la pubertà maschile di competere in categoria femminile nelle gare internazionali. Per le donne, quelle vere, forse c’è ancora speranza.

Cristina Gauri

 

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