Home » Italia, aliquote su gioco d’azzardo e stop pubblicità, facciamo il punto

Italia, aliquote su gioco d’azzardo e stop pubblicità, facciamo il punto

by La Redazione
0 commento

La lotta alla ludopatia e il contrasto del gioco d’azzardo, anche online, era certamente uno dei punti fondanti del programma in particolare dei cinque stelle, inserito poi nell’accordo di governo sottoscritto a maggio scorso con la Lega. Alla fine dello scorso anno, si è intervenuti in merito fissando nuove aliquote.

Le entrate dei casinò sono state in particolare tassate al 25% anziché al 20%, le scommesse sportive online al 24% (anziché il 22%), le scommesse virtuali al 22% (in precedenza erano al 20%) e le scommesse sportive tradizionali al 20% anziché al 18 %. Le tasse sono entrate in n vigore il 1° gennaio con una previsione di gettito aggiuntivo di 700 milioni. Sono state inoltre aumentate di 1,25 punti le tasse sui terminali delle video lotterie, con i payout che scendono all’84%. La tassa sulle entrate derivanti dagli apparecchi da intrattenimento che distribuiscono premi in denaro è aumentata di 1,35 punti, con

Il premier Giuseppe Conte, rispondendo alle proteste degli operatori, che sono state introdotte nuove aliquote per “ripristinare un pò di equità“, anche in considerazione della necessità di trovare le coperture per quella che è stata la misura più importante introdotta dai 5 stelle, ovvero il reddito di cittadinanza.

Ma un’altra misura di contrasto è stata quella del blocco alle pubblicità introdotta nel decreto dignità. Rispetto a questo provvedimento, proprio pochi giorni fa l’AGCOM è intervenuta con le linee guida di applicazione della norma. Marchi e insegne sono legittimi, ma la Champions e i tornei internazionali di calcio sono a rischio, e c’è uno stop al posizionamento delle pubblicità sui motori di ricerca. Sono questi alcuni dei punti salienti contenuti nelle linee guida di AGCOM riguardanti l’applicazione delle norme sul divieto di pubblicità sui giochi contenute nel Decreto Dignità.

Le agenzie legali di scommesse, dunque, potranno conservare la loro insegna perché, secondo l’Agcom, non sono una forma di pubblicità, bensì dei marchi. Stesso discorso anche per le insegne di bar e ricevitorie dove si giocano anche altri concorsi. Allo stesso tempo però Agcom precisa, che agenzie, ricevitorie, bar, sale giochi, agenzie ed edicole non potranno mostrare “pubblicità esca che promettono vincite mirabolanti”.

La questione è più complessa per quanto riguarda il calcio. Uno dei risultati più bizzarri in assenza di nuovi interventi legislative è legato al fatto che le tv italiane saranno costrette ad oscurare gli sponsor dei delle squadre di calcio estere che hanno come sponsor di maglia società di scommesse, così come le pubblicità a bordo campo in stadi stranieri. Un intervento che pare di difficile realizzazione soprattutto per incontri trasmessi in diretta, considerato che si dovrebbero ‘pixellare’ le relative immagini durante l’incontro. Infine, è previsto uno stop assoluto alle pubblicità sui motori di ricerca come, ad esempio Google. Alle società di gioco non sarà permesso fare alcun promozione sui motori di ricerca, pagando perché il loro sito compaia nelle prime posizioni durante le ricerche generiche di giochi o scommesse.

Questa dunque la situazione al momento attuale: se queste misure avranno un peso o meno nella diminuzione del gioco d’azzardo online e offline in Italia, lo sapremo probabilmente solo tra alcuni mesi, anche se il paradosso è certamente legato al fatto che, con l’aumento delle aliquote, il governo conta di incassare un maggior gettito che però potrebbe non essere in linea con le previsioni proprio a causa delle forti limitazioni alle pubblicità, voluta dal governo stesso.

 

You may also like

Commenta

Redazione

Chi Siamo

Il Primato Nazionale plurisettimanale online indipendente;

Newsletter

Iscriviti alla newsletter



© Copyright 2023 Il Primato Nazionale – Tutti i diritti riservati