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Dai legami con Soros alle simpatie dell'establishment: perché il M5S è un partito di sistema

by La Redazione
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Roma, 13 mar – A più di due mesi dalla pubblicazione dell’inchiesta riguardante le collusioni che hanno visto come protagonisti il Movimento 5 Stelle e George Soros, nessuna smentita è stata pubblicata, fatto emblematico e significativo per chi si dedica attivamente al controllo dei media, facendo le pulci su qualsiasi irrilevante inesattezza. La nostra inchiesta è stata inoltre ripresa da diverse testate come La Verità e Il Giornale, garantendone la massima diffusione. Nell’inchiesta pubblicata sulla rivista del Primato Nazionale di febbraio, avevamo aggiunto altre vicende che hanno confermato ulteriormente gli stretti legami tra il Movimento 5 Stelle e lo speculatore ungherese.

Ad esempio, nel luglio scorso, il quotidiano Libero aveva scritto della partecipazione di Antonio Foglia al convegno sul debito pubblico a Montecitorio organizzato da Luigi Di Maio e dal Movimento 5 Stelle. Antonio Foglia, fondatore di Banca del Ceresio (specializzata nel settore della gestione patrimoniale, con sede a Lugano in Svizzera, a cui fanno capo anche le controllate di Londra, Belgrave Capital Management Ltd che gestisce la SICAV lussemburghese Vitruvius, e di Milano, Global Selection SGR SpA che gestisce fondi speculativi, e la Ceresio SIM SpA), dirige il Quantum Endowment Fund, fondo speculativo creato proprio da George Soros nel 1973, con base nelle Antille Olandesi e nelle Isole Cayman, e diventato famoso per l’attacco alla Banca d’Inghilterra del 1992 e per aver causato le svalutazioni di diverse valute nel Sud-Est asiatico.

Soros 5 Stelle

Torniamo al presente: il voto del 4 marzo non ha garantito una maggioranza parlamentare capace di governare. Per que sto motivo, si stanno pensando a possibili alleanza per uscire da questa situazione di empasse. Non mancano inoltre le opinioni a tal proposito di intellettuali, della stampa italiana ed estera, e dei tecnocrati europei. Le preoccupazioni dell’establishment sono solo rivolte verso un possibile Governo del centrodestra guidato da Matteo Salvini; al contrario si sprecano gli endorsement in favore di un esecutivo formato dal Movimento 5 Stelle e dal Partito Democratico.

Un articolo del Corriere della Sera dal significativo titolo “Cinquestelle, il movimento non turba Bruxelles. Dubbi sulla Lega di Salvini” parla dei rumors che arrivano dalla Commissione Europea: “Nessuno a Bruxelles salirebbe sulle barricate se il Movimento 5 Stelle fosse messo alla prova concreta del governo. Lunedì scorso, Juncker è tornato in ufficio convinto di non aver perso per strada il più grande Paese del sud”. Sono ben noti gli incontri, sia istituzionali sia privati, del Presidente della Commissione Europea Juncker con George Soros.

Anche Mario Monti, il più strenuo sostenitore della cessione della sovranità italiana all’Europa, si dice favorevole ad un Governo del Movimento 5 Stelle; a Otto e Mezzo di La7 ha dichiarato: “è auspicabile un governo 5 Stelle-Pd se servisse a spartire le responsabilità di eventuali scelte impopolari che dovessero rendersi necessarie nel corso dell’amministrazione della cosa pubblica”.

Non poteva mancare Bianca Berlinguer che a #cartabianca ha dichiarato: “il programma del centrodestra è più inverosimile di quello del Movimento 5 Stelle”. Ricordiamo che la Berlinguer è la compagna dell’ex senatore Luigi Manconi, presidente dell’associazione A Buon Diritto finanziata dalla Open Society Foundations di George Soros. Essendo stato escluso dalle candidature PD, Manconi è stato da poco nominato coordinatore dell’UNAR (Ufficio per la promozione della parità di trattamento e la rimozione delle discriminazioni) ovvero l’ufficio governativo che assegna i finanziamenti del Dipartimento delle Pari Opportunità alle associazioni italiane. Perché Gentiloni ha nominato proprio Manconi come coordinatore UNAR, non considerando il conflitto di interessi che si potrebbe chiaramente creare?

Di Maio Financial Times Soros

L’endorsement più altisonante arriva però dal noto organo di stampa dell’élite mondialista, il Financial Times; nell’articolo elogio a Luigi Di Maio intitolato “Dopo la sua vittoria alle elezioni, il sud impoverito ha finalmente un campione” si legge: “Di Maio, che ora vive nel centro di Roma, ha cercato di orientare i 5 Stelle verso posizioni più moderate, in particolare sull’euro. Si incontra regolarmente con uomini d’affari e ambasciatori dell’Unione Europea, e si reca addirittura a Londra per rassicurare gli investitori. Conosciamo perfettamente le posizioni moderate tante care all’establishment, dopo 5 anni di governo del Partito Democratico.

Nella precedente inchiesta avevamo evidenziato che alcuni punti del programma immigrazione del Movimento 5 Stelle erano stati scritti dagli avvocati di ASGI (Associazione per gli Studi Giuridici sull’Immigrazione) finanziata dalla Open Society Foundations di George Soros, riprendendo dati e informazioni pubblicati sul sito internet istituzionale pentastellato. 

Dopo una rapida verifica abbiamo constatato che la nostra inchiesta ha sortito degli effetti: il nome dato al programma immigrazione è cambiato da “Immigrazione: Obiettivo sbarchi zero – L’Italia non è il campo profughi d’Europa” a “ Stop al business dell’immigrazione”, collocandosi su posizioni molto meno intransigenti.

Il fatto ancor più clamoroso è che i nomi degli autori del programma immigrazione pentastellato sono completamente spariti dalla pagina, e non si trova più nessuna traccia nemmeno dei video di presentazione degli stessi. I responsabili del sito internet del Movimento 5 Stelle si sono forse scordati di eliminarli dal canale YouTube (Maurizio Veglio, Guido Savio, Nancy Porsia, Paolo Morozzo Della Rocca).

Soros 5 Stelle

Vogliamo chiudere il secondo capitolo dell’inchiesta sulle collusioni tra il Movimento 5 Stelle e George Soros, con Laura Ferrara, attivissima Eurodeputata pentastellata, che recentemente ha presentato degli emendamenti al Parlamento di Strasburgo dove chiede la protezione internazionale per i migranti climatici, una mossa che certamente incrementerebbe il flusso migratorio verso l’Italia e faciliterebbe la concessione dello status di rifugiato.

Ulteriori elementi che avvicinano sempre più il Movimento 5 Stelle ad un partito dall’establishment mondialista; sono ormai lontani i giorni del Vaffa e del dissenso contro i poteri forti.

Il Movimento, vestito con la giacca e la cravatta griffate di Di Maio, sembra pronto a sostenere le vecchie ideologie politiche della sinistra liberale tradizionalista, camuffate e nascoste (vedi la censura degli autori del programma immigrazione) per raggirare l’elettore che si aspetta un rovesciamento dello status quo. Ci chiediamo: Di Maio sarà un nuovo Tsipras, che, giunto al potere, è passato da rivoluzionario a servo della Troika svendendo completamente la sua Grecia?

Francesca Totolo

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7 comments

Luca 13 Marzo 2018 - 1:06

L’€L€VAT0 DA $0R0$ e l’esercito degli invasati “ognuno vale uno” ! Ha ha ha.
“Non siamo un partito, non siamo una casta,
siamo cittadini punto e basta!
Ognuno vale uno, ognuno vale uno, ognuno vale uno,
vale, vale, uno!” – (ripete ad libitum)

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max 13 Marzo 2018 - 2:48

un partito di riserva, creato appositamente dal “sistema” per continuare l’operato nel caso di collasso dei vari PD, FI ecc..

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Cesare 13 Marzo 2018 - 10:59

Di Maio subito dopo il voto ha detto a caldo tra i primi commenti; gli investitori possono stare tranquilli!! Gli investitori di cui parla sono quelli delle elites globaliste i cui rappresentanti ha incontrato a porte chiuse all’ estero(non c’era la diretta streaming che piace tanto ai grillini).Non c’è dubbio alcuno che vuole piacere e sottostare a quei potentati stranieri che si sono comperati il paese, banche ex pubbliche e banca d’italia comprese (in minuscolo i quanto privata) e che vogliono partecipare alla ultima svendita.
E’ il classico gattopardesco “cambiare tutto per non cambiare niente”; un colpo da maestro del potere occulto straniero per incanalare la grande rabbia degli italiani in una finta opposizione.
Tanti saranno i danni al paese che questi faranno e l’unica cosa che renderà alcuni felici sarà la rabbia anche dei piu’ sprovveduti quando la realtà dei fatti gli si presenterà implacabile.Ma sarà una magra consolazione

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Bracco 14 Marzo 2018 - 9:05

PD 2.0

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LA “NAPOLI NOBILISSIMA” MA SVENTURATA DEI DUE “GIGGINI” (DA DE MAGISTRIS A DI MAIO) L’EDICOLA E ALTRE NEWS | Associazione Azimut 18 Marzo 2018 - 10:36

[…] Dai legami con Soros alle simpatie dell’establishment: perché il M5S è un partito di sistema Benedetto dal Financial Times e legato a Soros. Seconda puntata della nostra inchiesta sul Movimento 5 Stelle partito di sistema ILPRIMATONAZIONALE.IT|DI IL PRIMATO NAZIONALE […]

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M5S: la truffa del secolo | Oltre le Barricate 22 Maggio 2019 - 2:46

[…] consiglio vivamente questo articolo di Federico Dezzani, e le seguenti inchieste (1 e 2) di Francesca Totolo sui rapporti tra M5S e gli uomini di […]

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