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Carceri e politica, l’ipocrisia di chi non guarda a casa propria

by Andrea Grieco
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Roma, 29 mag – In questi ultimi mesi la politica italiana sembra essersi incredibilmente ricordata dell’esistenza delle carceri e dei relativi detenuti rinchiusi al loro interno. L’attenzione alle condizioni delle carceri in giro per il mondo ha interessato le agende di tutti i vari schieramenti del famigerato arco costituzionale, con i partiti di sinistra e destra che hanno fatto a gara su chi fosse più interessato al modo in cui si vive dentro quelle quattro mura. Mesi di trasmissioni, servizi e articoli sul tema, si è parlato di tutte i casi possibili e immaginabili tralasciando la questione più importante: ossia di quella sulle carceri italiane.

L’interesse per le carceri solo per casi mediatici

Per primo il caso Ilaria Salis, abbracciato in toto dalla sinistra. La storia strappalacrime della povera e indifesa maestrina a cui piace spaccare la testa degli avversari politici trasformata inizialmente dal Pd nella nuova paladina dell’antifascismo solo per essere stata ripresa con catene e ceppi in Ungheria e in seguito candidata alle elezioni europee da Bonelli e Fratoianni. Un caso mediatico che ha tenuto banco per mesi salvo essersi ora fortemente ridimensionato dopo il suo passaggio ai domiciliari. Il testimone è passato poi a Chico Forti, nostro connazionale detenuto da oltre vent’anni negli Stati Uniti per il quale tutti gli ultimi governi, compresi quelli guidati a suo tempo dell’odierna opposizione, si sono mobilitati. Solo Giorgia Meloni, tra mille contraddizioni, è riuscita nell’intento. Ultima la richiesta del presidente Erdogan di consegnare alla Turchia il capo di un’organizzazione criminale-terroristica arrestato a Viterbo, vista con perplessità in quanto curdo e al possibile trattamento nelle carceri della penisola anatolica.

La situazione in Italia

Forse sarebbe ora di interessarsi maggiormente alla situazione delle patrie galere. I detenuti in Italia sono più di 61mila a fronte di una capienza di poco superiore a 51mila posti, evidenziando così una condizione di sovraffollamento tra le più complicate d’Europa (tasso d’affollamento ufficiale intorno al 107,45% nel 2022). Il nostro Paese inoltre si posiziona tra le posizioni più alte nell’Ue per quanto riguarda il tasso di suicidi della popolazione carceraria, 35 morti solo da inizio anno. Quindi, giustissimo interessarsi ai nostri connazionali detenuti all’estero, ma più che una passerella elettorale l’interesse per le condizioni carcerarie e dei detenuti deve essere un processo continuo.

Andrea Grieco

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