Uno scempio perpetrato ai danni del territorio che ĆØ stato costante negli ultimi ventāanni; e i danni sono incalcolabili, oltre che irreversibili, se si tiene conto del trasferimento delle sostanze inquinanti dallāambiente alla catena alimentare.
Ed ĆØ qui che viene in mente āun paradosso tutto campanoā: lāelevata incidenza di tumori e malformazioni neonatali si registra nelle aree demaniali, rurali e agricole, mentre la minore incidenza si ha nelle aree a maggiore urbanizzazione, prive di spazi verdi e pertinenze demaniali dove poter sversare clandestinamente rifiuti tossici: insomma, in cittĆ si muore meno che in campagna.
E dopo che la magistratura sembra aver aperto gli occhi, forse solo dopo il clamore mediatico derivante dalle dichiarazioni di qualche pentito della Camorra, quanto più si indaga e quanto più si scava, più spuntano brutte sorprese e veleni.
A cosa son serviti dunque i presidi, gli scioperi, le manifestazioni e le migliaia di foto e video con i quali i cittadini hanno denunciato tale scempio ad ogni istituzione politica e giudiziaria? Praticamente a nulla. Come a nulla son serviti negli ultimi 5 anni i 205 arresti per traffici e smaltimenti illegali di rifiuti nelle province di Napoli e Caserta, pari al 29,2% del totale nazionale. Viene dunque da pensare che ciò sia destinato ad essere ricordato come un segnale di speranza in unāarea funestata dalle ecomafie. PerchĆ© la pratica criminale, che oggi ĆØ lāaffare più redditizio per le organizzazioni mafiose, continua indisturbata, come se nulla fosse. Sempre negli stessi luoghi.
E agli occhi di coloro che sono colpevoli del sol fatto di esser nati nel posto sbagliato, domani si presenterà la stessa scena fatta di roghi, fumi tossici e di chissà quanti altri veleni, stringendo i denti per dover fronteggiare questa emergenza ambientale e sanitaria, nella triste consapevolezza di impotenza, davanti a quella che è la più grande catastrofe ambientale nazionale, forse europea.
Vincenzo Iorio