Roma, 17 feb – Con l’anticipo di una parte del Tfr in busta paga, un lavoratore con reddito medio perderà fino a 330 euro l’anno. E’ quanto emerge da uno studio condotto dal Servizio politiche economiche e territoriali della Uil.
Il calcolo è fatto per scaglioni di reddito, considerando anzitutto le aliquote fiscali di riferimento. Il tfr è infatti, attualmente, assoggettato ad una tassazione separata, mentre in caso di anticipo verrà assoggettato alla tassazione ordinaria, mediamente più gravosa. “Per un reddito di 23mila euro (imponibile medio lavoratori dipendenti) -si legge nel documento- in busta paga potrebbero scattare 97 euro medi mensili”, ma “la mensilizzazione comporta l’applicazione dell’aliquota marginale Irpef”, e cioé “quella corrispondente all’ultimo scaglione in cui si colloca il maggior reddito erogato”. Da questo ne deriva che, prendendo a riferimento la soglia media dei 23mila euro, “su un tfr annuo maturato di 1.209 euro, pagherà il 27% anziché il 23,9%”.
Discorso analogo, sia pur con i necessari aggiustamenti, anche per gli altri scaglioni. “La tassazione ordinaria -fa notare la Uil- è mediamente più pesante di 50 euro annui per un reddito di 23 mila euro con punte di 307 per un reddito di 35 mila euro”.
Oltre all’incremento dell’aliquota di riferimento, la scelta di destinare il tfr in busta ha rilievi anche ai fini della determinazione del reddito Isee, parametro utilizzato per tutta una serie di sgravi fiscali. Scattando anche qui le soglie superiori, per il cittadino si applicheranno maggiorazioni in svariati servizi. Alcuni esempi sono forniti dalla stessa associazione sindacale: “Un reddito Isee di 12.500 euro a Milano paga una tariffa degli asili nido di 103 euro mensili, con un Isee di 12.501 euro la tariffa sale a 232 euro mensili”, mentre a Torino “una famiglia che ha un reddito Isee di 12.999 euro, con il Tfr in busta paga supera il reddito di 13 mila euro e per la Tassa sui rifiuti invece di pagare 156 euro medi l’anno ne pagherà 202 euro”. Con un solo euro aggiuntivo di reddito Isee, nel primo caso si pagano 129 e nel secondo 46 euro in più. In media, con riferimento sempre alla soglia dei 23mila euro lordi annui di reddito da lavoro, l’aggravio può raggiungere i 330 euro.
“L’idea del Tfr in busta paga come politica per il rilancio dei consumi ci pare sia azzardata e rischia di creare anche in “piccolo” buco nel bilancio dello Stato, in quanto saranno pochissimi i lavoratori che vi opteranno, a queste condizioni”, commenta il segretario confederale Uil, Guglielmo Loy.
Filippo Burla
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[…] Fonte: Il Primato Nazionale […]
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[…] Roma, 25 mar – Le piccole e medie imprese italiane, già pesantemente colpite dalla stretta del credito, inaridite da un cuneo fiscale spropositato e indifese da un governo incapace di proteggere comparti ed eccellenze nazionali, si sono ritrovate beffate una seconda volta sulla spinosa questione dell’anticipo del Tfr in busta paga ai lavoratori. Dal 1° marzo, con l’approvazione della Legge di stabilità 2015 è stata difatti confermata la possibilità di chiedere l’anticipo del Trattamento di fine rapporto. […]
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