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Austerità, lotta al contante e aumenti Iva: ecco il menù della manovra 2020

by Filippo Burla
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debito

Roma, 29 set – L’accordo sul deficit ancora non c’è. La riserva verrà sciolta lunedì in consiglio dei ministri, in attesa della nota di aggiornamento al Def che vedrà la luce nei prossimi giorni. Da lì potremmo iniziare a capire i contorni della manovra finanziaria che il governo intende proporre per il 2020. Alcune indiscrezioni già trapelate permettono comunque di tracciare un primo quadro d’insieme.

Deficit fotocopia

Il primo punto riguarda il deficit previsto per l’anno venturo. E si parte con una sorpresa: nonostante una presunta credibilità in sede Ue, Bruxelles non sembra disposta ad offrire all’Italia particolari concessioni.

Le cifre circolare in questi giorni, d’altronde, non lasciano spazio a entusiasmi: si va dal 2,1 al 2,3%, una sciocchezza in più rispetto all’1,9% che si prevede di toccare quest’anno. Una manciata di miliardi aggiuntivi utili forse a sterilizzare le clausole di salvaguardia sull’Iva e ad iniziare ad “aggredire” il cuneo fiscale sul lavoro, cavallo di battaglia M5S. E basta: alla faccia del “vento cambiato” e dello “stop all’austerità” di cui ha recentemente parlato il premier Conte.

Aumento Iva con la scusa del contante

Il grande spauracchio è proprio l’imposta sul valore aggiunto. Per evitare il ritocco automatico all’insù servono 23 miliardi per il 2020. Obiettivo evitare che l’Iva agevolata al 10% possa salire all’11,5 e quella ordinaria del 22 al 24,2%. L’aumento, tuttavia, potrebbe esserci comunque seppur mascherato sotto due forme.

La prima idea sul tavolo è quella dello sconto per chi sceglie di pagare con strumenti elettronici, nella convinzione (già smentita dai fatti) di recuperare risorse dall’evasione, con il fantasmagorico obiettivo di raggranellare almeno 5 miliardi. Numeri e logica alla mano, di fatto un aumento per chi intende pagare in contanti. “Non sembra una proposta mirata ad incentivare alcuni acquisti fatti con la moneta elettronica, ma un aumento generalizzato dell’Iva su tutti i beni, salvo lasciare l’imposta invariata su alcuni di essi. Parliamoci chiaro, il vero scopo è dare una narrazione politica al fatto che si stanno aumentando le aliquote anche se fino ad oggi è stato detto che non si sarebbe fatto”, ha commentato l’ex sottosegretario all’Economia Enrico Zanetti.

In secondo luogo, in manovra il governo starebbe pensando ad una rimodulazione complessiva dell’imposta. Si tratterebbe, in sostanza, di riordinare la tabella delle attuali aliquote, tagliando ad esempio l’Iva sulle bollette di luce e gas ma aumentandola su altri beni o servizi. Un gioco delle tre carte, praticamente.

Filippo Burla

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ugo 29 Settembre 2019 - 10:08

Prendendo in giro coloro che dovresti rappresentare, tentando di far passare certi provvedimenti mascherandoli come “altra cosa”, non fai altro che esacerbare l’avversione della cosiddetta “gente comune” nei ruoi confronti. Dal momento che a queste azioni corrispondono danni concreti inflitti alla “gente comune”, e dal momento che questa è impossibilitata a reagire in modo efficace, questo modo di agire si configura come violenza, una forma di grassazione non migliore di quella esercitata dai briganti che (si dice) infestavano le strade nei tempi andati.

P.S. Sento alcuni mormorare che oltre ai briganti d’alto bordo che infestano dall’alto il mondo della “gente comune”, sarebbero ancora operativi anche i briganti da strada che lo infestano dal basso. I più maligni stanno mormorando che gran parte di quelli che infestano dal basso arrivano da “qualche altrove”. Mai contenti.

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Giuseppe C. 30 Settembre 2019 - 12:23

Suddito? Forse, ma analogico!
Dato che io, nei limiti del lecito, “non desidero cambiare le mie abitudini”, come auspicato invece da qualcuno che vorrebbe cambiare le abitudini degli italiani onesti (quindi io sarei disonesto perché uso i soldi emessi dalla Zecca di Stato e, soprattutto, i MIEI soldi di pensionato tracciatissimi?) per far loro usare la moneta elettronica, se vi sarò obbligato, ridurrò al massimo le mie spese, non potendo utilizzare un bonifico per prendere un caffè o per 50 euro di spesa; spenderò meno, creerò, purtroppo, recessione ma, la carta di credito non la prendo: i soldi sono miei, la banca deve solo “custodirli” e, io, a costo di pagare di più, ovvero le tasse per usare i MIEI soldi, dato che NON MI CONSIDERO UN SUDDITO, LE MIE ABITUDINI NON LE CAMBIO: continuerò a prelevare e usare contanti.
Una raccomandazione al Governo: faccia qualcosa di “concreto” per far pagare i 110 miliardi annui di evasione fiscale a chi veramente evade! Sono stufo di pagare per loro!

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Cesare 30 Settembre 2019 - 10:50

D’ accordissimo con te! Tuttavia dispiace deluderti ma non è la zecca di stato a fare i soldi che usiamo ma la BCE che è in mano private(come la banca d’italia priovatizzata nel 1992) e stampa a costo zero ed esentasse il denaro.Anche le banche oramai tutte private producono soldi dal niente (creazione secondaria di denaro).Infatti se verso 10 euro in banca loro ne possono crearne altri 90 prestando ad uno 100 in quanto hanno l’obbligo di tenere in contanto solo il 10!!
Per quanto riguarda gli evasori è spesso una bufala; abbiamo già le tasse piu’ alte al mondo e se un imprenditore paga sempre tutto fallisce e manda a casa decine o centinaia di operai.L’economia sommersa con paghe da fame ha permesso a molti italiani di sopravvivere a questa austerità imposta dalle oligarchie ma gli usurai stranieri vogliono indietro con gli interessi i pezzi di carta che hanno stampato .Ci vogliono depredare di tutti risparmi con l’aiuto dei loro pupazzi traditori nostrani e schiavizzarci definitivamente e se non ci svegliamo tutti ci riusciranno

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