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I prestiti alle imprese previsti dal governo? Ecco perché li deve autorizzare l’Ue

by Eugenio Palazzini
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imprese, prestiti

Roma, 9 apr – Il “Decreto Liquidità”, così denominato con uno slancio di ottimistica generosità, è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale. E’ dunque entrato ufficialmente in vigore e tra le altre cose secondo le intenzioni del governo dovrebbe fornire straordinarie misure sulle garanzie statali al credito alle imprese, il rinvio di alcune scadenze fiscali e la proroga dei termini processuali. La parte riguardante le garanzie statali sui prestiti delle banche alle imprese è però la più importante del decreto governativo e prevede l’utilizzo in particolare di due strumenti: la società pubblica Sace, in particolare per grandi imprese, e il Fondo di garanzia per le piccole e medie imprese. Come detto il decreto in questione è in vigore da qualche ora, ma i prestiti non sono affatto operativi. Ieri abbiamo spiegato su questo giornale che il governo non ha messo in campo 400 miliardi e neppure la liquidità tanto sbandierata. Antonio Patuelli, presidente dell’Abi (Associazione bancaria italiana), ha infatti dichiarato che i prestiti non arriveranno velocemente e neanche a tutti.

La necessaria autorizzazione Ue

Oggi anche il Il Sole 24 ore ha fatto notare che “occorre ancora l’autorizzazione della Ue, l’aggiornamento di alcune procedure interne di banche e Sace e l’aggiornamento della piattaforma informatica del Fondo di garanzia”. Dunque le imprese dovranno aspettare diversi giorni, qualora volessero accedere a questi prestiti. Ma soprattutto saranno costrette ad attendere il beneplacito dell’Unione europea. Sempre oggi, Milano Finanza ha sottolineato che a prevederlo espressamente è il comma “m” dell’articolo 13 del decreto, stando alla “sua versione bollinata dalla Ragioneria generale dello Stato”. Un comma lungo e articolato, il cui passaggio iniziale è abbastanza cristallino a riguardo: “Previa autorizzazione della Commissione Europea ai sensi dell’art. 198 del Trattato sul funzionamento dell’Ue, sono ammissibili alla garanzia del fondo, con copertura al 100 percento sia in garanzia diretta che in riassicurazione, i nuovi finanziamenti concessi da banche…”.

In materia il gabinetto competente è quello di Margrethe Vestager, politico danese del partito Sinistra Radicale e soprattutto Commissario europeo per la concorrenza. Sarà insomma questo ufficio a pronunciarsi sui prestiti alle Pmi italiane fino a 5 milioni di euro. Milano Finanza fa notare poi che i giorni previsti per i prestiti sono in media 80 (circa due mesi e mezzo dunque), ma a causa delle necessarie approvazioni Ue in realtà potrebbero essere molti di più. Soldi alle imprese? Sì, ad alcune, in prestito e ammesso che nel frattempo non siano già fallite.

Eugenio Palazzini

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Sergio Pacillo 10 Aprile 2020 - 8:39

Il più grande piano d’ investimenti della storia d’Italia !

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