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Doccia gelata sul Pil: crescita zero. Renzi in affanno: “I numeri non servono”

by Filippo Burla
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renzi PilRoma, 2 set – Crescita zero. Stagnazione pura e semplice, nella migliore delle ipotesi. Ma una seria ipoteca sul futuro e sulle speranze di ripresa. Vale a dire, date le previsioni, anche sull’intenzione del governo di ridurre le tasse. C’è tutto questo e molto altro nella stima trimestrale del Pil elaborata dall’Istat, che nei suoi conti economici certifica l’arresto dell’aumento del Pil, che nei suoi modestissimi numeri aveva portato l’esecutivo ad esultanze tronfie.

“Nel secondo trimestre del 2016 il prodotto interno lordo (Pil), espresso in valori concatenati con anno di riferimento 2010, corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato, è rimasto invariato rispetto al trimestre precedente“, spiegano dall’Istat, sottolineando che “la variazione acquisita per il 2016 è pari a +0,7%”, mentre rispetto allo stesso periodo dello scorso anno siamo a +0.8%. Variazione, quest’ultima, che dovrebbe confermarsi anche al termine dell’anno, portando perciò al di sotto dell’1% la crescita per il 2016. Una severa riduzione rispetto alle stime, praticamente dimezzate rispetto alle previsioni di un anno fa che, per quest’anno, parlavano di +1.6%, poi continuamente trascinate al ribasso dalle analisi successive fino ai numeri di oggi. Si tornerà quindi, se tutto andrà bene (e visti i chiari di luna, non è scontato), agli stessi numeri dell’anno scorso, dato che nel 2015 il Pil è cresciuto proprio dello 0.8%.

Di fronte ai dati, traballa anche il proverbiale ottimismo del premier. “Il Pil è cresciuto, poco rispetto alle mie aspettative”, ha ammesso in un’intervista a Rtl 102.5, giustificandosi goffamente spiegando che “tutte queste cifre non servono a niente, dobbiamo portare fuori la voglia dell’Italia di essere competitiva nel mondo e capace di creare occupazione”. Saranno pure cifre inutili, ma è anche a causa di queste se non si crea competizione nazionale. E nemmeno occupazione. E neanche domanda interna, dato che il rispetto dei vincoli europei (siamo l’unica nazione che si pone come obiettivo ultimo i parametri su deficit e debito) tagliano le gambe in partenza a qualsiasi manovra finanziaria. Compresa la prossima: se taglio delle tasse, come promesso, dovrà essere, in regime di rispetto del rapporto deficit/Pil, se il secondo non cresce come previsto sarà durissima tenerlo al di sotto della soglia di riferimento – assurda, ma assurta a metro insindacabile di misura – del 3%, di fatto impedendo ogni correzione al ribasso del carico fiscale. Avviando di nuovo un circolo vizioso che soffocherà quel poco di zerovirgola fino ad oggi conquistato.

Filippo Burla

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Paolo Insanity 3 Settembre 2016 - 2:55

Di economia capisco poco, ma non vedo come possa crescere un paese, quindi uscire da una crisi che (non raccontiamoci balle) dura ormai da 10 anni, se i vecchi muoiono sui posti di lavoro, mentre i giovani (laureati o no), passano le giornate per la strada alla mercé delle mafie.

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Cesare 3 Settembre 2016 - 1:49

Renzi, ma veramente credi che non si sappia che siamo in mano ai banchieri stranieri dal 1992, anno in cui traditori della patria, dopo avere eliminato dc e psi che si opponevano allo straniero,hanno svenduto le banche di interesse nazionale unicredit e banca intesa che dentengono la maggioranza di banca d’italia ora privata? Oggi abbiamo una BCE privata(come lo è dal 1913 la FED e dal 1700 la Banca d’inghilterra e cosi’ come lo sono la banca di francia, etc) che stampa carta a costo zero ,che noi riconosciamo come denaro al posto di una moneta nazionale prodotta dallo stato, e alla scadenza ci è richiesto di vendere i beni reali della nazione per ripagarli(e i proprietari delle banche centrali se li comperano loro i paesi) Per evitare proteste nel frattempo si promuove e finanzia la invasione di immigrati per far si’ che non vi sia nessun futuro diritto dei locali a richiedere con la nazionalizzazione quanto tolto con la truffa del signoraggio.Ovviamente i molti media da loro controllati hanno la funzione di nascondere questi fatti incontrovertibili con notiziette da dare in pasto giornalmente e di cui molte tendono a rovesciare la realta’ e a confondere il lettore o spettatore poco preparato.
Guarda caso dove lo stato puo’ sforare a piacimento rispetto ai parametri europei e’ sul denaro da dare a chi ospita immigrati che stanno oramai arrivando a migliaia al giorno!! Ovviamente tali soldi creati dal nulla da privati sono visti come una manna da chi ospita migranti e formano altro debito in maniera che saremo ancora piu’ schiavi dei banchieri stranieri e di cui ovviamente vorranno il pagamento indietro con altre svendite e anche con gli interessi!!!

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Cesare 3 Settembre 2016 - 2:00

Avete una seppur minima idea dello sviluppo economico che vi sarebbe in Italia in termini di lavori pubblici ed altro che si avrebbe se fosse ancora lo stato(come lo fu con Mussolini dal 1935 e fino al 1992) a produrre la sua moneta senza doverla ripagare a nessuno????
Pensate che Mussolini, che si dice inizialmente supportato dalla massoneria straniera , se ne distacco e nazionalizzo’ la Banca d’Italia e fece le banche di interesse nazionale e pubbliche. Questo fu il vero motivo delle sanzioni all’ Italia da parte dei banchieri stranieri esautorati dalla stampante a costo zero dei soldi sebbene la scusa ufficiale delle sanzioni fu la guerra d’etiopia.Grazie ai soldi prodotti dallo stato che non si indebitava con soggetti stranieri, l’Italia ebbe un enorme periodo di sviluppo economico e usci dalla crisi del 1929 prima degli Stati Uniti e veniva presa ad esempio da molti paesi. A conferma di cio’ consideriamo l’Ungheria di oggi che dopo aver ripagato e mandato a casa l’FMI e controllando la sua banca centrale oggi ha uno sviluppo economico tra i migliori al mondo. Ovviamente nessuno dei molti media schierati dice questo ma dicono invece che Orban , il loro Presidente,è un mezzo dittatore.Ma cio’ è normale;chiunque si oppone a a questa oligarchia bancaria che vince con l’inganno e la menzogna viene demolito dai loro servi pennivendoli

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