Così, però, rischia di non essere per almeno un po’ di tempo. A pesare sono i decreti che il governo sta varando per risarcire, almeno in parte, gli obbligazionisti delle quattro banche – Etruria, Marche, Ferrara e Chieti – che hanno per prime sperimentato l’applicazione del bail-in. Decreti che attingono al fondo, distraendo di fatto somme destinate ad altri utilizzi: “Le nostre casse sono vuote e contribuiscono a renderle tali questi provvedimenti di ristoro degli obbligazionisti delle quattro banche”, ha spiegato Salvatore Maccarone, presidente del Fondo. “Ora nel fondo volontario ci sono 300 milioni, sono pochi, non ci si fa granché”, ha aggiunto.
E’ vero che ogni anno gli istituti sono tenuti a contribuire alle sue finanze, ma anche sul lungo periodo la situazione non sembra rosea: “Sul piano prospettico – continua sempre Maccarone – la situazione non é certamente incoraggiante. Oggi questa interpretazione della Commissione (sull’utilizzo dei fondi di garanzia dei depositi) corre il rischio di diventare norma”. A pesare, in sintesi, sono proprio le norme sui salvataggi delle banche che vedono gli obbligazionisti in prima fila fra coloro che rischiano di perdere l’investimento. E anche i titolari di conti correnti, a questo punto?
Filippo Burla
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