Atene, 2 lug – Angela Merkel, dopo i timori espressi pubblicamente nei giorni scorsi, fa marcia indietro e si riappropria del ruolo di falso che la Germania si è ritagliata negli ultimi anni. Secondo la cancelliera, riprendere le trattative prima del referendum ormai programmato è un “non senso”, perché “la Grecia ha il diritto di fare il suo referendum sulle proposte europee, ma i partner europei hanno egualmente il diritto di rispondere a quello che sarà il suo esito”.
Parole condivise anche dal presidente della commissione Ue: “La Commissione non avrà alcun contatto con il governo di Atene prima del referendum. Ho dato mandato che nessun Commissario intervenga su quesiti che riguardino la politica greca. E’ mancata la volontà di chiudere, la distanza era di soli 60 milioni”, ha tagliato corto Jean-Claude Juncker. Gli ha fatto eco anche il presidente dell’Eurogruppo, Jeroen Dijsselbloem: “Data la situazione politica greca non c’è terreno per ulteriori discussioni. Aspettiamo semplicemente il risultato del referendum di domenica. Non c’è margine per estendere il piano di aiuti”.
Al di là dell’esito del referendum e della successiva ripresa (o meno) delle trattative, negli ultimi giorni si sta facendo strada un’ipotesi che sarebbe tenuta in elevata considerazione da parte del governo. Secondo indiscrezioni, il ministro dell’Economia Yanis Varoufakis starebbe lavorando ad uno studio di fattibilità sulla reintroduzione della dracma, non come moneta autonomia , bensì in parallelo all’euro. Una doppia circolazione, con convertibilità uno ad uno, avente come obiettivo quello di ricapitalizzare le banche e superare i limiti ai controlli sui capitali che ora impongono la soglia massima di prelievo a 60 euro giornalieri.
Si tratta di una soluzione-limite che potrebbe risolvere solo temporaneamente gli squilibri della Grecia. Ne sono convinti i deputati di Alba Dorata, partito da sempre contrario alla permanenza del paese nella moneta unica e che (non senza suscitare sorprese) ha votato insieme ai parlamentari di Syriza a favore del referendum: “La nostra posizione sulla moneta unica quindi è molto logica: vorremmo tornare alla nostra moneta nazionale, la dracma. Ma questo sarà possibile solo a certe condizioni, tra le quali vi è lo sviluppo delle strutture produttive dell’economia nazionale”, ha spiegato il deputato Artemis Matthaiopoulos.
Filippo Burla
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