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Il governo risponde a Bruxelles: “La manovra rispetta i parametri Ue”

by Valerio Benedetti
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Conte e Gualtieri sulla manovra

Roma, 24 ott – Bruxelles ordina e Roma obbedisce. Si può riassumere così la vicenda della lettera inviata dalla Commissione europea al governo italiano. Una lettera in cui era espresso tutto il malcontento degli eurocrati per la legge di Bilancio italiana. E i chiarimenti tanto attesi sono arrivati più che puntuali. Il ministro dell’Economia, lo strimpellatore antifascista Roberto Gualtieri, ha infatti risposto punto per punto alle lamentele dei commissari Dombrovskis e Moscovici sulla manovra: «La prevista variazione del deficit strutturale nel 2020 non costituisce una deviazione significativa», si legge nella missiva recapitata a Bruxelles.

Una manovra «moderatamente espansiva»?

Come spiega Gualtieri, la scelta di non impegnarsi oltremodo nella riduzione del debito – rinviata agli anni successivi – è motivata dal fatto che l’obiettivo principe dei giallofucsia è quello di «far ripartire la crescita economica e iniziare la transizione verso un modello sostenibile per l’ambiente e inclusivo». Come assicura sempre il ministro dell’Economia, «l’intonazione moderatamente espansiva della manovra di bilancio è coerente con le regole del Patto di Stabilità e Crescita, tenuto conto della flessibilità che queste prevedono».

Le coperture

Alla lettera di risposta di Gualtieri – e con lui di tutto il governo giallofucsia – è allegata una corposa relazione tecnica sulle «coperture». Insomma, l’esecutivo dove ha intenzione di prendere le risorse per la manovra? Innanzitutto grazie al contrasto all’evasione fiscale, grazie al quale Gualtieri spera di ricavare, già per il 2020, ben 3,2 miliardi di euro. Secondo il ministro dell’Economia, questa cifra sarebbe stata quantificata «in maniera prudente ma rigorosa». Ma il governo non intende trovare fondi solo con la lotta all’evasione fiscale, ma anche con l’aumento del prelievo erariale sui giochi, «cambiamenti degli incentivi fiscali e dei sussidi ambientalmente dannosi e aumenti di imposte ambientali» e altre «varie modifiche fiscali». Pare però che le merendine non siano state menzionate.

Valerio Benedetti

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