Mps ha bisogno di almeno 8,8 miliardi per rimettersi in carreggiata, adeguandosi ai requisiti di capitale previsti dalle nuove normative. Di questi, 6,6 arriveranno direttamente dalle casse del ministero dell’Economia, che salirร cosรฌ dal 4% odierno al 70% dell’istituto. Non si tratterร perรฒ di aiuti di Stato – vietati dalle direttive comunitarie – dato che secondo l’Ue il Monte ha il potenzialeย per recuperare, nel medio periodo, la redditivitร perduta. A patto perรฒ di porre in essere una profonda ristrutturazioneย che prevede fra i 6 e i 10mila licenziamenti (un terzo della forza lavoro), tetti ai compensi dei dirigenti, cessione dei crediti deterioratiย – in prima fila il fondo Atlante, pronto a farsi carico di 26 miliardi di sofferenze – e, soprattutto, il coinvolgimento degli investitori secondo i principi del cosiddettoย burden sharing. A finire nella tagliola saranno, come detto, azionisti e detentori di obbligazioni subordinate, che contribuiranno al salvataggio della banca piรน antica del mondo vedendo il loro capitale di fatto azzerato. Nel risiko che porterร alla nazionalizzazione di Mps gli unici a non rischiare sono i correntisti, dato che non scatterร il bail in completo, anche se visti i chiari di luna (ricordate un anno e mezzo fa quando Renzi invitava ad scommettere nella banca definendo l’investimento “un affare”?) ย l’eventualitร non รจ comunqueย da escludere a priori.
Filippo Burla