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Pil crollato, soldi finiti, imprese a rischio chiusura. L’allarme di Bankitalia, Istat e Ue sull’effetto Covid

by Adolfo Spezzaferro
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Roma, 7 lug – Quando vi dicevamo che il peggio della crisi economica deve ancora venire e che i primi dati sugli effetti devastanti causati dal lockdown imposto per contenere l’emergenza coronavirus (e colpevolmente protratto troppo a lungo dal governo giallofucsia) non sono niente rispetto a quello che ci aspetta, non eravamo pessimisti o peggio allarmisti. Al di là della fuffa sparsa qua e là dal premier Giuseppe Conte in merito a quello che il governo avrebbe messo in campo per tamponare la crisi, l’unico dato certo è che l’economia nazionale è in ginocchio. I dati di oggi purtroppo parlano chiaro. Se Bankitalia lancia l’allarme sul fatto che la metà della popolazione ha difficoltà con i soldi rimasti dopo mesi di serrata generale, l’Istat avverte che più di un’azienda su 3 rischia di chiudere. A completare il quadro di devastazione arrivano le stime Ue sul calo del Pil italiano dell’11,2%, il dato peggiore di tutta l’Eurozona.

Bankitalia: “Il 50% degli italiani ha subito una contrazione del reddito”

Partiamo dall’analisi di Bankitalia. I numeri sono preoccupanti: “Oltre la metà della popolazione dichiara di aver subito una contrazione nel reddito familiare, in seguito alle misure adottate per il contenimento dell’epidemia. L’impatto è stato particolarmente severo per i lavoratori indipendenti”. E’ quanto emerge dall’indagine straordinaria sulle famiglie italiane (Isf) condotta fra aprile e maggio dalla Banca d’Italia per raccogliere informazioni sulla crisi legata alla pandemia di coronavirus. “Più di un terzo” degli intervistati “dichiara di disporre di risorse finanziarie liquide sufficienti per meno di 3 mesi a coprire le spese per consumi essenziali della famiglia in assenza di altre entrate, un periodo compatibile con la durata del lockdown legato all’emergenza Covid-19″. Secondo l’indagine “questa quota supera il 50 per cento per i disoccupati e per i lavoratori dipendenti con contratto a termine. Poco meno di un quinto dei lavoratori indipendenti e dei lavoratori dipendenti con contratto a termine si trova in questa condizione e contemporaneamente ha subito una riduzione di oltre il 50 per cento del reddito familiare nei primi due mesi della emergenza sanitaria”.

Quattro famiglie su dieci hanno difficoltà a pagare il mutuo

Quasi il 40 per cento di chi si è indebitato dichiara di avere difficoltà nel sostenere le rate del mutuo a causa della crisi; la quota è più elevata nel centro e nel sud. “Solo un terzo di chi è in difficoltà con il pagamento delle rate del mutuo ha fatto ricorso o intende far ricorso alla moratoria mutui. Fra coloro che hanno un finanziamento per credito al consumo la percentuale di individui in difficoltà con il pagamento della rata è del 34 per cento”. Infine, niente vacanza per quasi un terzo della famiglie: non possono permettersela.

Commissione Ue: “Pil italiano scenderà a -11,2% nel 2020”

L’economia è ferma e la fase 3 – alle condizioni poste dal governo Conte – non permette di ripartire. Ecco perché, secondo le previsioni della Commissione Ue, il Pil 2020 in Italia scenderà a -11,2%, il peggior calo dell’Unione europea, per risalire al 6,1% nel 2021. Il Covid-19 e le misure di contenimento hanno provocato una “profonda contrazione” dell’economia italiana, e il blocco della produzione avrà un impatto sull’attività economica “ancora più pesante nel secondo trimestre” rispetto al primo, scrive Bruxelles. Per l’Italia, conclude la Commissione Ue, “le stime di crescita restano soggette a rischi al ribasso, e un crollo del mercato del lavoro protratto, una volta che le misure di emergenza sono terminate, potrebbe frenare l’attesa ripresa”.

Quasi il 40% delle imprese rischia di chiudere i battenti

I consumi non sono ripartiti e le aziende rischiano di chiudere. “L’impatto della crisi sulle imprese è stato di intensità e rapidità straordinarie, determinando seri rischi per la sopravvivenza: il 38,8% delle imprese italiane (pari al 28,8% dell’occupazione, circa 3,6 milioni di addetti) ha denunciato l’esistenza di fattori economici e organizzativi che ne mettono a rischio la sopravvivenza nel corso dell’anno“. Così l’Istat in un’indagine sulle imprese sopra i 3 addetti. Il pericolo di chiudere riguarda in massima parte le microimprese (40,6%) e la piccole (33,5%) ma è “significativo” anche tra le medie (22,4%) e le grandi (18,8%).

Sei alberghi e ristoranti su dieci rischiano chiusura entro un anno

Oltre 6 alberghi e ristoranti su 10 rischiano la chiusura entro un anno a seguito dell’emergenza coronavirus mettendo in pericolo oltre 800mila posti di lavoro. Secondo l’Istat una serie di fattori economici e organizzativi mettono a rischio la sopravvivenza dell 65,2% delle imprese di alloggio e ristorazione (19,6 miliardi di euro di valore aggiunto). A queste si aggiungono il 61,5% delle aziende di sport, cultura e intrattenimento (con 3,4 miliardi di euro di valore aggiunto e circa 700mila addetti).

Ecco, questa è l’Italia ai tempi del governo giallofucsia. Come se non bastassero questi numeri a lanciare l’allarme, ricordiamo che 2 milioni di lavoratori stanno ancora aspettando la cassa integrazione di marzo. E siamo a luglio. Ma Conte si pavoneggia con la “madre di tutte le riforme”, il dl Semplificazioni approvato “salvo intese”. Altra fuffa, tanto per cambiare.

Adolfo Spezzaferro

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4 comments

jenablindata 7 Luglio 2020 - 1:52

tanto…
questi dementi non si muoveranno fino a quando non gli cadrà tutto in testa,
e forse nemmeno allora.
e poi vogliamo mettere?
finalmente ha ripreso il campionato….

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Cesare 7 Luglio 2020 - 2:20

Per reperire risorse per salvare famiglie ed imprese basterebbe emettere bot richiestissimi dai mercati e che oggi hanno un tasso di appena l’ 1.5% annuo o altri bot patriottici.Altre facili soluzioni, ostacolate dalla dittatura finanziaria straniera occulta che depreda da anni il paese, sarebbe emettere biglietti di stato da parte del tesoro a costo zero per almeno un 3% del PIL (quanto è il deficit annuo) e nazionalizzare alcune banche che cosi’ potrebbero prendere a costo zero fondi dalla BCE privata, che guarda caso per statuto non puo’ dargli direttamente agli stati!Gli altri paesi europei hanno salvato le loro imprese dando enormi contributi tramite un sistema di banche pubbliche(la Germania ha dato ben 1500 miliardi di euro tra fondi e garanzie!!)I nostri politici sanno benissimo queste cose ma evidentemente non gli viene permesso dalle elites dominanti occulte straniere e cosi’ affossano il paese e preparano il terreno per la sua svendita finale.E’ ora che vengano accusati di alto tradimento, la cui pena è un minimo di 5 anni di galera

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Evola 12 Luglio 2020 - 8:18

Ma la foto cosa c’entra?

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Mezzogiorno: nel 2020 il Sud perderà 380mila posti di lavoro | Il Primato Nazionale 19 Luglio 2020 - 12:07

[…] stime Svimez indicano una caduta del Pil, nel 2020, dell’8,2% nel Mezzogiorno e del 9,6% nel Centro-Nord (Italia: -9,3%). Le regioni […]

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