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Piombino, l’acciaio italiano svenduto all’Algeria

by Eugenio Palazzini
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lucchiniRoma, 27 nov – A Piombino la partita con in palio l’acciaio italiano si è giocata tra Algeria e India, con la squadra nordafricana uscita vincitrice grazie ad un’offerta ritenuta “più vantaggiosa”. Spettatore silente: il governo di Matteo Renzi.

Le storiche acciaierie Lucchini sono adesso proprietà del gruppo algerino Cevital, per una cifra che si attesta intorno ai 400 milioni di euro, con viva e vibrante soddisfazione del presidente della Regione Toscana: “questo successo – ha dichiarato Enrico Rossi – è frutto, prima di tutto, di una forte intesa tra i lavoratori, i sindacati e le istituzioni, regionali e locali, a cui il governo ha saputo dare risposte. Avevo detto che mi sarei giocato tutto su Piombino e che era una scommessa che non si poteva perdere. Ci ho messo la faccia e il cuore e per me, oggi che Piombino riparte, è un bel giorno”. “L’offerta che il presidente del gruppo algerino mi aveva anticipato il 24 ottobre – ha aggiunto Rossi – era davvero di grande interesse”.

In Toscana si continuerà dunque a produrre acciaio, e questo certo è un dato positivo per i lavoratori del settore, peccato però che a farlo non sarà più una società italiana. Dettaglio, concedeteci un eufemismo, affatto irrilevante per l’economia di una nazione che necessita di un rilancio industriale e che invece giorno dopo giorno svende le proprie eccellenze a multinazionali estere quando non direttamente a stati come la Cina. Un quadro sconcertante che palesa l’impotenza del governo italiano, oramai trasformatosi in una sorta di liquidatore dei beni nazionali. Di fronte alla crisi dell’industria invece di rilanciare la produzione investendo nell’unico volano di sviluppo, di occupazione e di potenziale crescita economica per l’Italia, assistiamo al progressivo smantellamento dei nostri asset strategici.

Evidentemente la parola nazionalizzazione fa inorridire un governo ammaliato dal verbo liberista. Fortuna che dai sindacati si alzano voci in direzione ostinata e contraria. Anzi no, perdonateci l’abbaglio. Le dichiarazioni di Alessio Gramolati, segretario generale della Cgil Toscana, riportate da Il Fatto Quotidiano, ci manifestano ben altro: “Il Comitato di sorveglianza della Lucchini ha preso, in seguito a valutazioni economiche ed industriali, una decisione che chiude una fase di incertezza e apre una prospettiva di rilancio per Piombino e per la siderurgia del Paese”.

Non ci rimane che l’ala dura di Landini? Neanche per sogno, perdonateci il secondo abbaglio. Luciano Gabrielli, il segretario della Fiom di Livorno, sulla vendita alla società algerina si è pronunciato così: “Una grande soddisfazione”.

Eugenio Palazzini 

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