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Mahle chiude e lascia a casa 450 lavoratori. La politica industriale del gretinismo

by Filippo Burla
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Roma, 24 ott – Pensavate che la sedicente rivoluzione per il clima sarebbe stata un pranzo di gala? Andatelo a chiedere a Mahle, multinazionale tedesca del settore auto, che ha deciso di fare i bagagli per la Polonia chiudendo due stabilimenti fra Torino e Cuneo. Lasciando a casa 450 lavoratori.

Mahle soffre la crisi del diesel

Fornitore tra gli altri anche della Scuderia Ferrari, Mahle è specializzata nella produzione di componenti per motori, sia a combustione interna che elettrici. A pesare sulla sua contabilità (12 miliardi di euro di ricavi in tutto il mondo) è però la lotta che da anni investe i motori diesel, croce e delizia delle battaglie pseudo-ecologiste che hanno trovato nel gasolio un facile obiettivo.

La chiusura dei due stabilimenti (di La Loggia, in provincia di Torino e Saluzzo, in provincia di Cuneo) si deve proprio alla “riduzione degli ordini a livello europeo, principalmente nella produzione di motori diesel“, che “ha notevolmente ridotto la capacità produttiva”, spiega la società in una nota. A farne le spese saranno così 450 lavoratori, in una regione già duramente provata dalle dinamiche di deindustrializzazione. Torino è da aprile scorso ufficialmente riconosciuta come area di crisi complessa, ma all’orizzonte si stagliano anche altre vicende come quella di Embraco. Mentre il futuro di quel che rimane della galassia Agnelli è, ogni giorno che passa, sempre più un’incognita.

Filippo Burla

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