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Calenda voterà per Gualtieri. Chi l’avrebbe mai detto… (Per Michetti si mette malissimo)

by Adolfo Spezzaferro
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calenda gualtieri

Roma, 7 ott – Carlo Calenda voterà per Roberto Gualtieri sindaco di Roma al ballottaggio con Enrico Michetti (per il quale ora si mette malissimo). Il leader di Azione, che con la sua lista civica alle amministrative capitoline si è piazzato al primo posto per voti ricevuti, sopra FdI e Pd, ora fa l’endorsement per il candidato dem. Non si può dire che sia una sorpresa, anzi. Ma Calenda se l’è giocata bene: lui a Roma come nel Paese vuole essere l’alleato riformista del Pd. Ma vuole esserlo al posto e non insieme al M5S di Giuseppe Conte.

Calenda voterà per Gualtieri al ballottaggio a Roma

Ecco perché prima di dichiarare che avrebbe votato per Gualtieri, Calenda ha ricordato all’ex ministro Pd dell’Economia che aveva dichiarato: “Niente M5S in giunta capitolina“. Gualtieri quindi conferma il no ai grillini – “L’ho detto, noi siamo abituati a fare ciò che diciamo“. A quel punto dunque Calenda dichiara il suo voto per il candidato del centrosinistra al ballottaggio del 17-18 ottobre. Pertanto, a conti fatti, potremmo dire che Gualtieri sarà il prossimo sindaco di Roma. Vediamo di capire perché.

Accordo Calenda-Gualtieri: niente M5S in giunta. E Conte si straccia le vesti

La dichiarazione di voto di Calenda a patto che Gualtieri sbarri la strada ai 5 Stelle ha scatenato la reazione piccata di Giuseppe Conte, altro vero trombato di questa tornata elettorale (insieme alla Raggi, arrivata quarta). “Calenda che detta condizioni a Gualtieri? Mi sembra arrogante”, dice l’ex premier, visibilmente risentito. “Noi non abbiamo chiesto poltrone”, aggiunge subito dopo Conte, come quella fidanzata che subodora che sta per essere lasciata e dice lei per prima: “E’ finita”. D’altronde a Roma, a differenza di Bologna o Napoli, l’alleanza giallofucsia non c’era. Perché Grillo e Conte hanno puntato sulla Raggi ricandidata, senza accordi con il Pd. Una sconfitta per tutti e tre, è vero. Ma qualcosa ci dice che a pagare sarà soprattutto Conte (vedremo le prossime mosse del garante M5S).

Il leader di Azione boccia Michetti: “Non ha uno straccio di programma e di classe dirigente”

Certo, Calenda ha più volte precisato di parlare a titolo personale – “la mia lista ha preso voti a sinistra, a destra e al centro” – e quindi non sta dicendo ufficialmente a chi l’ha votato di votare Gualtieri. Ma è anche vero che se tra chi l’ha votato c’è chi forse al ballottaggio voterà Michetti, lui, Calenda, come riformista che detesta essere definito centrista, è più di centrosinistra che di centrodestra. Questo è un fatto. Così come è un fatto che se il leader di Azione imputa ai 5 Stelle il disastro fatto a Roma, trova pessima anche l’alternativa proposta dal centrodestra. “Voterò Gualtieri perché mi corrisponde di più, Michetti non ha uno straccio di programma e di classe dirigente, ma non è un’indicazione di voto urbi et orbi“.

Intanto Letta sogna il nuovo Ulivo: “La sfida ora è tra noi e la destra”

n tutto questo chi si agita non poco è Enrico Letta – fresco di elezione alla Camera a Siena, dove si è presentato senza il simbolo del Pd ma con Conte e i 5 Stelle. Il segretario dem infatti dice che incontrerà tutti in vista dei ballottaggi. Dice che parlerà con Calenda, ma pure con Conte e con Renzi. “Non sarà un apparentamento, ma una proposta ai cittadini. La sfida ora è tra noi e la destra, il ballottaggio non è la continuazione del primo turno”, chiarisce Letta. D’altronde non ne fa un mistero: ringalluzzito dall’esito delle amministrative, ora sogna un nuovo Ulivo. Ma dovrà appunto fare i conti con la realtà. I fatti sono che i M5S – attuali alleati dei dem – sono destinati a sparire, mentre il progetto di Calenda potrebbe continuare a crescere. A tal proposito, come non notare quanto per certi versi Calenda e Renzi, entrambi ex Pd, ora a guida dei loro rispettivi partiti, abbiano una visione comune: quel riformismo che di fatto punta a riempire il centro del centrosinistra.

La dichiarazione di voto di Calenda è una pietra tombale per Michetti

L’uscita di Calenda è una pietra tombale per Michetti. Fortemente voluto dalla Meloni, ora il “tribuno della radio” ha davvero poche chance di essere eletto sindaco. Sì, perché – fermo restando che gli elettori grillini mai lo voteranno – quanti saranno gli elettori di centrodestra che al primo turno si sono buttati su Calenda che obtorto collo voteranno Michetti al ballottaggio? Non abbastanza. L’elezione di Gualtieri darà una ulteriore spallata al centrodestra romano (e nazionale). Ma soprattutto ridimensionerà la Meloni, che aveva imposto Michetti a Salvini e Berlusconi.

Adolfo Spezzaferro

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3 comments

Sergio Pacillo 7 Ottobre 2021 - 5:22

Ci manca solo la data turchina.

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Prof. Massimo Sconvolto 8 Ottobre 2021 - 4:41

Io lo avrei detto!

Calenda è uno di destra in fondo, come potrebbe appoggiare partiti di sinistra?

Logico che appoggi chi si spaccia per sinistra per abbindolare boccaloni col cuore ma carenti di materia grigia che sono ancora convinti che il #PD leccaculo capitalista che mette ai domiciliari 60 milioni di persone per giustificare le inutili regalie alle #BigPharma sia un partito… “de sinistra” 😛

Al solito con osservanza ed ex art. 21 ancora vigente e quindi da osservarsi anche da parte dello Stato ex art. XVIII c. 4 #Costituzione

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Gualtieri, l'amico dei centri sociali: "Voglio sgomberare CasaPound" - Il Primato Nazionale 9 Ottobre 2021 - 12:26

[…] Calenda voterà per Gualtieri. Chi l’avrebbe mai detto… (Per Michetti si… […]

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